GUIDO CHIESA - Quando parliamo di Sanità la maggior parte di noi pensa sia costituita dai medici specialisti, dai medici di base e dagli ospedali. Punto. Pochi hanno presente le tante competenze che, oltre ai medici, operano per salvaguardare la nostra salute: infermieri, ostetriche, OSS, tecnici di laboratorio, amministrativi, personale riabilitativo, informatici, ingegneri, ecc. E i più non hanno neppure idea della molteplicità delle organizzazioni in cui, oltre agli ospedali, è suddivisa l’assistenza ai pazienti: i servizi sul territorio nelle sue mille articolazioni, i servizi socio-sanitari, i servizi in outsourcing, la sanità in strutture private e strutture convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), le associazioni di volontariato, ecc. 

Un sistema naturalmente complesso perché le esigenze di salute della popolazione sono innumerevoli e il cui immenso valore non viene compreso appieno da parte degli utenti e neppure, purtroppo, da parte di quelle Amministrazioni che ne hanno la responsabilità, Governo e Regione. Quasi tutto il resto del mondo ci invidia questo enorme patrimonio di competenze e strutture. Noi invece ci lamentiamo perché non funziona tutto come un orologio e non siamo neppure troppo solerti a difenderlo.

Parliamo degli infermieri: quanti infermieri ci sono nel nostro Paese? Secondo la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi), in Italia gli infermieri attivi iscritti all’albo sono circa 395 mila: 270 mila dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), 45 mila liberi professionisti e 80 mila che lavorano in strutture private.

Secondo la Corte dei conti, il personale infermieristico italiano è «pesantemente sottodimensionato». Servirebbero circa 63.500 infermieri in più rispetto a quelli attuali: 27 mila al Nord, circa 13 mila al Centro e 23.500 al Sud e nelle Isole.

Infatti, secondo l’ultimo rapporto Health at a glance: Europe 2022, realizzato dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) in collaborazione con la Commissione europea, nel 2020 in Italia c’erano 6,3 infermieri ogni mille abitanti, mentre la media dei Paesi dell’Unione europea era pari a 8,3. All’interno del personale sanitario, c’erano 1,6 infermieri ogni medico, contro una media europea di 2,2.

La situazione è destinata a peggiorare poiché gli infermieri che andranno in pensione nel quinquennio 2022-2027 sono circa 21.200 e, in base ai calcoli del Sole 24 oreoccorreranno circa 30 mila nuove assunzioni nei prossimi nei prossimi tre anni solo per soddisfare le aspettative del PNRR.

In Piemonte i numeri sono, se possibile, ancora più allarmanti: infatti, secondo i dati degli Ordini provinciali del Piemonte, sono operativi sul territorio della regione 21mila infermieri, ma ne mancherebbero 5000 per risolvere la carenza già nota. Purtroppo, gli ultimi dati disponibili del 2021 indicano una ulteriore riduzione di 526 unità degli infermieri impiegati nelle strutture del SSN, da 22.408 a 21.882.

Questa situazione ha pesanti ripercussioni sul lavoro e sulla qualità della vita di questi operatori e, di conseguenza, sulle loro prestazioni che, nonostante tutti gli sforzi, fanno fatica a mantenersi al livello degli anni passati. Proprio di tutto questo parleremo nel seguito. 

Guido Chiesa