CUNEO CRONACA - Da tutto il Piemonte è confluita a Cuneo la mobilitazione sindacale nazionale a tutela dei lavoratori agricoli. Non è un caso: il capoluogo della Granda è centrale rispetto alla questione del lavoro agricolo, che impiega in misura massiccia anche manodopera stagionale, perlopiù di origine straniera.

Il distretto saluzzese della frutta, che sta diventando e diventerà sempre di più distretto cuneese-saluzzese, si regge su una struttura occupazionale articolata, e sui tanti braccianti che attraverso il loro lavoro contribuiscono a produrre cibo che finisce sulle tavole di tutti. Su di loro pesano tuttavia condizioni di lavoro spesso problematiche: salari bassi, caporalato, lavoro nero e grigio, problematicità abitative e sui documenti.

A peggiorare questa situazione è arrivata la crisi innescata dalla pandemia, che ha fatto precipitare anche i lavoratori più stabili e le loro famiglie in una situazione di estrema povertà. "Le misure adottate dal governo per sostenere le persone colpite da questa crisi pandemica - scrivono le sigle sindacali Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil - rischiano di fermarsi di fronte alle categorie meno visibili: non è un segreto che tra i lavoratori più ignorati negli ultimi mesi ci siano quelli del settore agricolo, per cui oggi il Decreto Sostegni non prevede ristori".

Per protestare contro tale situazione, "a cui si aggiungono una paventata riforma della normativa sui voucher in agricoltura e lo stallo nelle trattative per i rinnovi contrattuali provinciali", oggi (sabato 10 aprile) di fronte a tutte le prefetture italiane si riuniranno quindi proprio i lavoratori del settore agricolo "dimenticati dal governo Draghi così come dagli esecutivi che lo hanno preceduto".

Per Cuneo e provincia è scesa in piazza la Rete Minerali Clandestini, che raggruppa una cinquantina di realtà cuneesi impegnate contro ogni marginalità ed esclusione e a tutela delle fragilità, delle diversità e della dignità umana. Anche la Rete chiede maggiori tutele e diritti per i lavoratori agricoli perché ritiene che le evidenti criticità del settore necessitino di soluzioni forti e coordinate a tutti i livelli, compreso quello occupazionale.