CUNEO CRONACA - “Ottimismo” è la parola scelta dal presidente di Confindustria Cuneo Mariano Costamagna per concludere “Top 500 Cuneo” ed è la più adatta a sintetizzare lo stato d’animo che ha accompagnato l’evento promosso da PwC Italia, in collaborazione con Confindustria Cuneo e La Stampa tenutosi presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo. Non un ottimismo acritico e ingenuo, bensì la diretta conseguenza della fotografia del tessuto economico e sociale delle imprese del territorio fornita dai dati contenuti nell’indagine sulle performance delle prime 500 imprese di Cuneo e provincia, accompagnata dalla consapevolezza di nuove, importanti sfide che attendono il mondo dell’imprenditoria. 

L’appuntamento condotto dal vicedirettore de La Stampa Federico Monga si è configurato come un momento di incontro e confronto tra imprenditori, partendo dall’analisi dei bilanci 2022 delle più significative realtà imprenditoriali cuneesi. 

Dopo l’intervento introduttivo del direttore di Confindustria Cuneo, Giuliana Cirio, la quale ha illustrato il sentiment delle imprese cuneesi, con i principali indicatori delle previsioni degli imprenditori in miglioramento rispetto al primo semestre 2024, si è passati alla presentazione della ricerca da parte degli autori, Melchior Gromis di Trana, professore associato Dipartimento di Management Università di Torino e di Fabrizio Bava, professore ordinario Dipartimento di Management Università di Torino. 

Dalla disamina dei dati emersi dalla classifica si evince come le 500 maggiori società per valore della produzione con sede legale a Cuneo e provincia (escluse le banche e le assicurazioni) rappresentino numericamente il 7,58% delle oltre 6.600 società di capitali cuneesi, ma incidano per il 75,05% del valore della produzione. 

Comparando il valore della 500esima in classifica (10 milioni e 300mila euro) con la prima, (1.778 milioni di euro), risulta un rapporto 1:173, il che lascia intuire la grande varianza presente all'interno di questa distribuzione. Una varianza dimostrata anche dal fatto che la media (il totale del valore della produzione diviso 500, ovvero il numero delle aziende coinvolte) è decisamente superiore alla mediana (il valore della produzione dell’azienda alla posizione numero 250): 61,4 milioni la media e 22,2 milioni la mediana.

Dai dati relativi ai bilanci 2022 emerge anche come 3 società abbiano superato il miliardo per il valore della produzione e 33 siano quelle con più di 200 milioni (l’anno scorso erano 28): esse, da sole, costituiscono il 48,98% del valore della produzione delle aziende cuneesi Top 500 e il 55% del valore netto prodotto, incidendo per circa il 51% dell’Ebitda. 

Il valore complessivo della produzione delle prime 500 società per il 2022 è stato superiore ai 30,6 miliardi, ovvero 4,92 miliardi in più rispetto ai dati relativi al 2021, per un incremento del 19%, più che raddoppiato rispetto l’inflazione. 300 imprese hanno fatto registrare un incremento a doppia cifra, mentre sono più di 400 le società in crescita. 

Anche la marginalità, misurata attraverso l'Ebitda, è incrementata in misura più che proporzionale rispetto all’aumento del valore produzione, con 600 milioni in più rispetto al 2021, mentre il risultato d’esercizio, pari a 1,26 miliardi di euro, è simile, ma leggermente superiore, a quello dell’anno precedente. 

Dopo aver contestualizzato la classifica, sono stati approfonditi i temi del titolo, “Tra intelligenza artificiale e sviluppo reale”.  

Intervistato da Federico Monga, Luca Chiodaroli, partner PwC Italia, ha spiegato come la trasformazione digitale e le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale possono offrire alle imprese soluzioni per migliorare l'efficienza operativa, stimolare l’innovazione e favorire la crescita aziendale, premiando in termini economici – ma anche occupazionali – chi saprà utilizzarla al meglio. A tal proposito, occorre pensare a piani di formazione per insegnare a interagire efficacemente con l’intelligenza artificiale, favorendo percorsi di upskilling (volti a migliorare e sviluppare le competenze del lavoratore) e di reskilling (per consentire ai dipendenti di acquisire nuove conoscenze e competenze necessarie per svolgere una nuova mansione).

Nel corso delle tavole rotonde Alberto Bertone, fondatore, presidente e amministratore delegato Acqua Sant’Anna, si è detto convinto che «L’intelligenza artificiale può aiutare a lavorare meglio e in modo più semplice, ragione per la quale ho chiesto alle prime linee di tutti i settori dell’azienda – dalla parte commerciale alla logistica, all’amministrazione – di predisporre progetti che vadano in questa direzione».   

Gianfranco Sorasio, presidente e amministratore delegato Eviso, ha spiegato: «La nostra azienda ha sviluppato una piattaforma digitale proprietaria con la quale si è potuto automatizzare tuta la catena di valore dell'energia. Attraverso questa forma di intelligenza, che a me piace denominare “algoritmica”, perché si basa sull’interpretazione dei numeri e non delle parole, effettuiamo 110 milioni di previsioni al giorno, 50 al secondo, attraverso l’analisi di oltre 26.000 parametri. Questo ci consente di acquistare energia e altre materie prime su tutti i mercati più di milione di volte al mese e di servire non solo i nostri 30.000 clienti, ma anche più di 100 altri operatori in Italia che utilizzano i nostri strumenti per soddisfare le richieste di quasi mezzo milione di acquirenti».

Giorgio Falcione, partner di Pwc Italia, ha aggiunto: «Da una ricerca effettuata tra i Ceo di imprese italiane e non solo è emersa la convinzione che tra 10 anni molte delle loro aziende non esisteranno più se il modello di business non verrà adeguatamente aggiornato in base ai cambiamenti tecnologici e alle esigenze dei clienti. Ciò mette ulteriormente in risalto l’importanza di fare quel salto di qualità, in termini di managerialità e di livello tecnologico, in grado di garantire lo sviluppo delle imprese».

Sul tema della sostenibilità e dell’innovazione è intervenuto Riccardo Battaglia, amministratore e direttore pianificazione e controllo Silvateam (azienda leader mondiale nella produzione di estratti vegetali utilizzati nella concia di pelli di qualità superiore, nell’alimentazione animale, negli alimenti e le bevande e nell’industria chimica, tessile, petrolifera e mineraria). Battaglia ha spiegato: «La ricerca è uno degli elementi fondamentali che ci ha permesso di evolvere nel corso dei nostri 170 anni di storia. In questo ampio arco di tempo ci siamo trasformati diverse volte, puntando su un’innovazione che, visto l’ambito in cui operiamo, è più di progetto e applicativa». 

Stefano Frandino, amministratore delegato di Sedamyl (azienda leader nella produzione di amidi, sciroppi di glucosio, proteine e alcool per tutte le principali applicazioni alimentari) sollecitato sul tema, ha commentato: «La sostenibilità è un obiettivo importante e, in molti casi, anche un impegno gravoso in termini di adempimenti per le aziende. Una singola impresa da sola non cambia le cose, serve un approccio sistemico e penso sia necessario procedere con un approccio realista e coerente. L’Europa ha alzato l’asticella per tutti, ponendo traguardi molto ambiziosi. Occorre andare verso tecnologie sempre più innovative, sgombrando il campo da approcci ideologici». 

A chiosa del confronto, Paolo Bersani, partner PwC Italia esperto di tematiche Esg, ha formulato una previsione non distante da un auspicio: «Come in passato altre imposizioni sono entrate poco alla volta a far parte della logica di business, credo che anche chi ragiona nell’ottica della sostenibilità possa valorizzare la propria attività, collegandosi a driver di creazione di valore per le imprese».   

La lista delle maggiori 500 società per valore di produzione è inserita all’interno del numero odierno de La Stampa, edizione di Cuneo. Sotto riportiamo la “top ten”:

  1. Ferrero Commerciale Italia Srl (valore della produzione 2022: 1.778.068 euro)
  2. Dimar Spa (1.213.278 di euro)
  3. Alstom Ferroviaria Spa (1.057.235 euro)
  4. Ferrero Industriale Italia Srl (869.726 euro)
  5. Merlo Spa (698.813 euro)
  6. Awax Spa (630.025 euro)
  7. Sedamyl Sbe Srl (577.469 euro)
  8. Miroglio Spa (536.514 euro)
  9. Diageo Operations Italy Spa (499.239 euro)
  10. Monge & C. Spa (493.280 euro)