FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Il carretto passa sotto il cavalcavia in quel tratto di strada che va da Bra (Cuneo) verso la frazione Bandito: a spingerlo è Giovanni Botta. Ama le cose semplici, solo e a piedi, come sempre, si è ingegnato per il trasporto speciale: latte di vernice da esterni, pennelli, stracci, tutto l'occorrente per dipingere, c'è anche una scala piuttosto grande appoggiata sul carretto che utilizza anche per dirigere il mezzo. A che servirà quel cantiere ambulante? Eccolo mentre appoggia la scala ad un pilone e comincia a tracciare un disegno.

E' tornato, il braidese Giovanni Botta che dipinge scalinate disseminate in Bra, con volti raffigurati di personaggi importanti: ognuno portatore di messaggi. Incurante del mondo che lo circonda, lavora in preda a una furia creativa: instancabile, disegna, sale e scende dalla scala, intinge i pennelli nelle latte di colore e man mano l'opera già tracciata in mente prende corpo.

Giò, perchè hai scelto i piloni?

"Avevo voglia di dipingere in grande, di fare street art in questo spazio pieno di luce, così attratto da quegli imponenti piloni. Mi sono affezionato a questa zona un po' dimenticata, che con una bella camminata unisce Bra e Bandito. Mi immergo nei colori, mi calo nei personaggi e mi stacco dal mondo per entrare in una bolla e restarvi sospeso mentre realizzo ciò che avevo già visto nella mia mente".

Per il momento sono quattro i dipinti che fanno parte di un progetto, ne seguiranno altri, ognuno con uno scritto accanto che ne motiva il messaggio. Nel primo sono due mani di diverso colore della pelle che escono con forza dalla pietra e che si stringono. Il secondo è il volto del David di Michelangelo rigato da lacrime "umane" di dolore. Il terzo raffigura il volto di Papa Francesco che piange e ammonisce: "Siamo spesso stanchi, delusi, tristi, sentiamo il peso dei nostri peccati, pensiamo di non farcela. Non chiudiamoci in noi stessi, non perdiamo la fiducia, non rassegnamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare". "Grazie Papa Francesco - commenta Giovanni – che dai forza ai miei colori, spinta al mio carrettino, grazie di cuore". E infine i volti di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sorridenti e complici: per non dimenticare.

Commenta Giò: "Mentre lavoro, le persone passano e si fermano incuriosite: mi chiedono i particolari tecnici di esecuzione, e quando spiego il motivo che mi spinge a ritrarre quei personaggi c'è sempre qualcuno che mi ringrazia. Ciò che mi sta a cuore è che le persone passando leggano quei messaggi. Anche perchè ognuno di noi possa essere quella goccia di speranza nell'oceano. A volte pensano che io sia un po' strano: ma io non mi offendo, anzi lo prendo come un complimento!".

Giovanni Botta è autentico, profondo e schietto, rifiuta di essere chiamato artista. “Gli artisti sono altri, io disegno e coloro e basta!". Non si cura di cosa dice la gente, gli importa solo di condividere quelle gocce di speranza nell'oceano. La sua missione continua, colore dopo colore, pilone dopo pilone. E, lo fa a modo suo, ci mancherebbe! Le frasi e le fotografie dei volti si trovano anche sulla sua pagina Facebook, ma fare una salutare camminata sotto il cavalcavia cha da Bra conduce a Bandito è sicuramente un'altra esperienza.

Fiorella Avalle Nemolis