CUNEO CRONACA - Domenica 17 marzo a Carmagnola sarà una giornata importante per l'agricoltura italiana: è indetta alle 10,30 l'assemblea per la costituzione dell'associazione Agricoltori Autonomi Italiani.

Dopo soli due mesi dall'inizio delle proteste dei trattori, dunque, agricoltori e allevatori che non si sono più sentiti rappresentati o semplicemente che hanno ritenuto fosse il momento di protestare anziché attendere ulteriormente (e inutilmente) che la politica facesse gli interessi della categoria, hanno dato corpo ad un nuovo punto di riferimento agricolo.

L'incontro è organizzato presso la Bocciofila, via Cavalleri 3, località Cavalleri-Fumeri. Verranno discussi lo statuto e le finalità dell'associazione. Già domenica dovrebbe delinearsi la composizione del Consiglio Direttivo e delle prime cariche, oltre ad essere ratificati i rappresentanti provinciali perlomeno dei territori piemontesi, per poi procedere alla nascita vera e propria della nuova realtà di volontari (con campagna tesseramento) che racchiude nelle finalità statutarie tutti i principi esplicitati nelle proteste di queste settimane.

L'attività degli Agricoltori Autonomi non si è mai fermata dal primo grande presidio ad Alessandria, sfociato in altre manifestazioni in varie altre piazze piemontesi e liguri. Si sono susseguiti incontri, attività di mediazione e riunioni per far valere diritti e dignità dei lavoratori della terra, sempre più a rischio.

I numeri dei partecipanti e degli attivisti sono via via aumentati, raccogliendo adesioni da numerose aziende agricole che non si sentivano più rappresentate, a tal punto da decidere che fosse il momento giusto per la creazione dell'associazione. Ad oggi, infatti, tutti gli impegni degli amministratori verso il mondo agricolo non hanno prodotto risultati concreti.

Agricoltori Autonomi Italiani risponde così indirettamente a quanti hanno ritenuto che la protesta dei trattori fosse solo un moto estemporaneo e improvvisato. Anzi, la forza della costituenda associazione è stata proprio nel fatto di aver unito in una unica voce tutto il mondo contadino, senza bandiere, senza strutture e infrastrutture che potessero finanziare cortei o viaggi di fronte ai palazzi della politica, ma solo attraverso la passione e lo spirito di sacrificio delle centinaia di agricoltori che ci hanno creduto.

Il dialogo è aperto con tutti, perché il fine è comune: il benessere delle aziende e il giusto riconoscimento del lavoro dei campi, salvaguardia del made in Italy e dei prodotti che arrivano sulle tavole di tutti.