L'8 settembre è una data che tutti ricordano e festeggiano per un duplice motivo, religioso e storico: la Natività di Maria e l'Armistizio. Si desidera però richiamarla all'attenzione per parlare di un'iniziativa che si svolge in provincia di Cuneo, a Saluzzo, dove è partita la staffetta in notturna percorrendo la linea di cresta che divide - o forse è meglio dire che unisce - la Valle Varaita con la Valle Po, fino ad arrivare in cima al Re di Pietra. Lì, accanto alla croce, verrà posato un frammento di roccia raccolta sulla parete sommitale dell'Everest per siglare, tra un monte e l'altro, ad emblema di quella universale, la loro fratellanza speciale.

Perché speciale? Perché da un po' di tempo a questa parte si è creata una sorta di gemellaggio non solo formale tra le due montagne, un legame stretto tra il Monviso e il Sagarmatha (l'Everest) per merito di alcuni rappresentanti di etnia Sherpa che erano venuti in Italia e Francia a lavorare nei prestigiosi rifugi alpini. Via via chi frequenta certi ambienti ha preso confidenza con questi miti e simpatici uomini e donne che appartengono all'elegante “Popolo dell'Est”, e li ha visti alle prese con mansioni di ogni tipo e dietro i fornelli della cucina del Quintino, sguardi fieri e volitivi in visi sempre sorridenti nonostante le fatiche e le difficoltà.

Il rapporto che si è instaurato tra quello sparuto gruppetto di Sherpa ed alcune associazioni di volontariato si è rinsaldato nel corso degli anni, tanto che a Kathmandu, in onore del re delle Cozie, Lakpa, Chomba, Pemba e Dolma hanno posto in essere la Monviso Nepal Foundation, che con onestà e competenza si occupa di progetti per migliorare la vita della gente del SoluKhumbu (e non solo), intervenendo nel campo dell'istruzione, dell'igiene, della salute, dello sviluppo rurale e agrario, a seconda delle esigenze e delle priorità. Molte energie e risorse in effetti sono state profuse da parte loro in favore della ricostruzione post terremoto, sottraendole purtroppo alla messa a punto di opere e di servizi che in Occidente vengono considerati il minimo per sopravvivere.

Comunque, la bella cooperazione tra la Monviso Nepal Foundation e la Cecy Onlus, e prima ancora con la Mario Vallesi, ha dato qualche frutto. Si sono inaugurati presidi ospedalieri, centraline elettriche, scuole, acquedotti ed ora ci si sta impegnando per la edificazione ex novo di una casa che accolga i bambini abbandonati od orfani (progetto “Una casa per Dil Kumari”). L'amicizia e la stima personale han fatto da traino perché tutto questo avvenisse. Nient'altro. Una profonda amicizia, cementata da gioie e da dolori, come ogni vera amicizia. Ciascuno si è preso a cuore la situazione/condizione degli altri e si è camminato insieme.

Per tornare alla staffetta inedita che vede un pezzetto di montagna himalayana mettere le gambe, venir usato come fosse il testimone, passare di mano in mano dei vari frazionisti, raggiungere i 3.841 metri di quota ed essere il protagonista di questo gran traffico, si può concludere che da semplice metafora materiale la corsa si tradurrà naturalmente in simbolo immateriale, travalicando ogni confine geografico, superando ogni limite e condizionamento culturale, avvicinando mondi diversi e lontani con rispetto reciproco, infrangendo barriere ed ostacoli, altrimenti ed in altre circostanze, indistruttibili.

Inoltre, questa data sarà la ricorrenza esatta del giorno in cui, nel 2017, è stato raggiunto il record di ascesa alla Cima di Viso dal Pian del Re (un'ora e 48 minuti e 54 secondi) da parte di Bernard Dematteis. Il fatto di poter rivivere in loco l'emozione provata in allora diventerà un'occasione allegra di ritrovo. Insieme si era partecipato alla gioia di un risultato per niente scontato ed a maggior ragione strepitoso, e di nuovo insieme ci si sentirà abbracciati dal calore dell'aspra e solitaria, eppure materna ed accogliente, piramide monolitica, culla di sfide e balsamo di soddisfazioni.

Questo il significato che si vuole dare all'evento, ma ognuno lo potrà arricchire di sensazioni e di suggestioni proprie. Quel che è certo è che la staffetta non avrà valenza autocelebrativa di chissà quale impresa fisica, non rientrerà nel novero delle gare in cui vincere è tagliare il traguardo per primi, ma sarà viceversa una manifestazione mossa dall'antico spirito dei giochi olimpici e predisposta secondo lo stesso auspicio davvero attuale di pace e di armonia che, se rivivesse il passato, ne dovrebbe conseguire.

L'invito a partecipare all'appuntamento dal titolo “L'Everest in cima al Monviso. Quando le pietre scalano le vette si uniscono i popoli” è rivolto a tutti gli amanti della montagna e della solidarietà.

Grazie alla passione che ci hanno messo gli organizzatori: Cecy onlus, podistica Valle Varaita, Atletica Saluzzo, Sportification, Comitato Record del Monviso, team del negozio Slalom Sport.