FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Già all'ingresso nella Fondazione Digital Innovation Gate421, voluta da Giuseppe Pacotto e Marcella Brizio Pacotto della Tesisquare, si percepisce il significato della straordinaria impresa, dove il futuro è l'esperienza che incontra l'innovazione, per rigenerarsi. Lo dice l'acronimo: Innovazione Digitale, dove il numero 4 è inteso come il gate, la zona di imbarco, e il numero 21 come il XXI secolo.

"Il XXI secolo può apparire prematuro - commenta la signora Marcella -, tuttavia è la nostra visione nel considerare il DIG421, appunto come punto di partenza verso un futuro dove i protagonisti saranno le generazioni a venire". Negli sguardi vibranti di Giuseppe e Marcella Pacotto, accoglienti padroni di casa, colgo l'entusiasmo per la realizzazione di una parte dell'impresa. Ma c'è di più. Emerge la visione illuminata di chi guarda oltre, verso un viaggio pensato, sognato e intrapreso verso il futuro, dove non esiste solo il profitto, ma soprattutto una generosa politica aziendale, volta al sociale.

Comincio a ragionare sull'obiettivo della Fondazione, quando i coniugi Pacotto mi invitano a visitare il complesso. Descriverlo è riduttivo, solo respirandolo si percepisce come sia stato confezionato, anzi cucito addosso ai committenti. L'approccio visionario del polo innovativo si riverbera anche nel progetto del complesso architettonico, realizzato in cemento, acciaio e vetro, a cura dell'architetto Molè di Nemesi, dove si configurano anche il principio di sostenibilità e integrazione con il paesaggio.

Giunti in cima, sul ponte dell'edificio che si trova all'ultimo piano, la signora Marcella ci mostra un vasto appezzamento di terreno: "Qui è dove finisce il tassello A del progetto, nel prosieguo dell'opera si congiungeranno i lotti B e C di un campus di circa 2000 mq, che vedrà come atto finale il lotto D, la realizzazione di un parco aperto al pubblico". La visione di quella immensa distesa di fronte a noi, che ospiterà un futuro, in parte già un presente, mi dà la misura della sua importanza. Quindi, dai valori, al progetto architettonico, a firma di Nemesi Studio, si configura come un luogo dove è protagonista un nuovo Umanesimo con al centro persone, idee, condivisione, conoscenza e cultura.

Ci accomodiamo nella sala riunioni, luminosissima, dall'ampio respiro, costituita in gran parte da una vetrata, da cui si vede lo stabile a fianco: è la Tesisquare. Pacotto ci rassicura, l'ambiente è totalmente sanificato, non servono le mascherine. La Tesisquare è innovativa anche nel settore della sanità e della telemedicina (tra questi, il “Totem e-Visus” per i consulti a distanza). Pacotto, alludendo alla vicinanza delle due strutture, spiega: “E' stata una nostra precisa richiesta allo studio di architettura Nemesi di progettare la DIG421, parallela alla Tesi, divisa simbolicamente da una quinta verde, ma leggermente divergente, perché le due realtà proseguiranno in direzioni diverse. Quindi, la Tesisquare continuerà le attività relative a quello che è il nostro mestiere".

Signor Pacotto, qual'è la sua ambizione?

"Smantellare l'idea che chi fa da sé, fa per tre e dimostrare che il networking (struttura informatica a rete) reale tra aziende, persone e competenze genera impresa e opportunità".

Com'è strutturata la DIG421?

"E' una Fondazione di partecipazione no profit, con un assetto societario, caratterizzato da una struttura vocata all'open innovation. L'obiettivo è di creare un modello di collaborazione con altre imprese del territorio, di qualsiasi tipologia di prodotto. Si configura come un luogo aperto a tutti, sia pubblici, privati, dove costruire tavoli di confronto. Il primo obiettivo è di trovarsi e dedicare spazi, volti alla formazione di massima, con elementi utili per dialogare successivamente. Noi informatici siamo capaci, in tempi brevissimi, di costruire qualcosa di molto complicato e altrettanto inutile. Il difficile è fare qualcosa di effettivamente utile e possibilmente semplice: la complessità deve essere dentro, ma l'utilizzo deve essere facile fuori. Ecco perchè richiede tempo incontrarsi, confrontarsi e collaborare sinergicamente sull'innovazione digitale e le relative opportunità, su nuovi prodotti, servizi e su nuovi modelli di business. Tempo speso in cui non c'è nulla da guadagnare, ma che come contropartita offre, con frequentazione libera, formazione, sperimentazione, opportunità di sviluppo in ogni settore. Ma occorre anche disponibilità nell'accettare che a volte ci sia un percorso che sembra girare a vuoto. E' altamente improbabile che di fronte a una sfida, in qualsiasi settore, si possa subito risolvere, occorre, sempre, approfondimento, verifica. Stiamo iniziando un percorso in un bosco, senza conoscerne il sentiero".

Cosa la rende più orgoglioso

"Innanzitutto la mia squadra costituita da validi soci e collaboratori. E' anche grazie al loro contributo che abbiamo costruito e raggiunto certi obiettivi. L'unica cosa di cui posso vantarmi è di avere creato il gruppo, scegliendo i miei collaboratori".

Secondo lei cos'è fondamentale in questo progetto?

"La perseveranza: crederci e continuare"

Chi frena l'ambizione, l'impulso di fare il passo più lungo della gamba?

"In questo caso si invertono i ruoli, sono io a tenere il piede sull'acceleratore, mentre sono i mie soci e collaboratori a frenare".

Pacotto è un fiume in piena, leader convincente, dallo sguardo magnetico, che svela competenza, energia, coraggio, conditi da quel pizzico di follia alla Steve Jobs e rispettoso delle persone e dell'ambiente. Marcella, vicepresidente della Fondazione, condivide le scelte con il marito, è intraprendente e suggerisce di investire nel Campus anche sulla bellezza, di cui tutti devono fruire. In lei è insito per natura e per professione (docente in materie artistiche) un armonioso intreccio di natura e arte, nonché il principio della sostenibilità e dell'integrazione con il paesaggio. Marcella e Giuseppe Pacotto, imprenditori e persone speciali, fanno ben sperare per un futuro migliore.

Fiorella Avalle Nemolis