ALICE MARINI - Un anno di scuola vale molto più di quel che sembra. Un anno vissuto appieno, pur con tutti gli impegni e le prove da superare, è fatto di momenti che lo studente non scorderà. Un anno perso è un macigno da portare sulle spalle. Gli studenti di oggi lo sanno e forse è per questo che molti di loro non hanno rinunciato a vivere la scuola in presenza, nel limite del possibile, seguendo l’esempio della professoressa che qualcuno ha definito “ribelle”, ma che forse sarebbe più corretto definire “giusta”.

Per un mese, una decina di studenti di Cuneo hanno seguito le lezioni della prof. di storia dell’arte in presenza, all’aperto, quasi tutte le mattine sotto i portici del liceo cittadino. Hanno sfidato il freddo e i passanti, riscoprendo il valore di aspetti che prima “davamo per scontati”. “Questa situazione - hanno detto i ragazzi - ci sta stremando sia fisicamente che psicologicamente. La didattica a distanza non potrà mai sostituire quella in presenza”. “Sono d’accordo con questi studenti - ha proseguito una prof. del capoluogo -  L’apprendimento non è solo accumulare nozioni, ma guardarsi in faccia. E’ bello poter esprimere liberamente la propria opinione”.

Poi ci sono le storie di vita vera, quelle più dure da affrontare. Seguire le lezioni da casa, quando si vive insieme ai genitori e ai fratelli piccoli in un monolocale, diventa pressoché impossibile per uno studente di 14 anni. Altri studenti dopo alcune settimane hanno smesso di connettersi. Non c'è soltanto un discorso di cultura da fare, si parla anche di salute. “Le scuole dono davvero l’unico luogo sicuro”, hanno ribadito con forza genitori e docenti. “Ci rivediamo il 7 gennaio”, ha concluso Sara Masoero, che altrimenti è pronta a continuare la sua protesta per una scuola garantita a tutti.

Alice Marini