LUCIO ALCIATI - Stiamo assistendo con preoccupazione crescente alla rapida evoluzione climatica del nostro territorio. Temporali, trombe d’aria, gragnole possenti di ghiaccio, bombe d’acqua sempre più frequenti, improvvise e violente, stanno sconvolgendo marcatamente la nostra terra. In particolar modo l’agricoltura naturale, a cielo aperto. Eventi che, purtroppo, stanno modificando il nostro ambiente, prima cristallino e soleggiato, in una instabile e opprimente pseudo tropicalizzazione.

Una situazione che sta rendendo molto difficoltosa la storica coltivazione della frutta locale. Molto apprezzata per le sue qualità organolettiche superiori, date proprio dalla ormai ex condizione climatica tipica delle terre subalpine, in particolare la salubre escursione termica tra notte e giorno. Lo stesso per la produzione dei profumati frutti di bosco, meglio conosciuti come piccoli frutti (lamponi, more, ecc). Ma anche gli ortaggi sopra suolo.

E, a questo, bisogna aggiungere i nefasti danni provocati dalla violenza degli eventi. Adattare questo clima alle nostre esigenze è impossibile. Per come la vedo io, dovremmo adeguarci noi al clima. Come è sempre stato nel corso dell’esistenza umana. Perciò la nostra agricoltura dovrà tenere in considerazione colture alternative a supporto delle colture tradizionali, che sostengano il reddito in caso di meteo avverso. Naturalmente prediligendo quelle protette come i tuberi, i rizomi, le radici, i bulbi.

Questo è uno dei motivi, assieme all’evoluzione multiculturale del gusto e del ben-essere, che ha fatto nascere il progetto Batata Buona e il progetto Tropico di Cuneo (pagine Facebook: @batatabuona, @tropicodicuneo). Progetti che promuovono lo sviluppo di coltivazioni innovative, nei nostri areali, che sappiano affrontare tali condizioni e un mercato in continua evoluzione.

Lucio Alciati

(Nella foto: coltivazioni di Batate, di Curcuma, di Yacon)