GIUSEPPE GROSSO - Dal 2020, con il dilagare del Covid, a oggi, con l'inflazione che ha galoppato e le bollette di luce e gas sempre più “pazze” dopo che la Russia ha invaso l'Ucraina, viviamo un tempo sospeso, di assoluta incertezza, come non accadeva da decenni in Italia e nel mondo intero.

 

Proprio in questi ultimi giorni, Putin ha alzato ancora il livello della minaccia mentre i dati dell'economia europea sono ulteriormente peggiorati.

 

A fronte di tutto ciò, abbiamo assistito a una campagna elettorale con i “soliti noti” a fare impossibili promesse a un popolo stanco e disilluso, che già nelle Amministrative e nei Referendum di giugno aveva manifestato il suo forte distacco dalla politica in generale disertando le urne.

 

Scoraggiati o ansiosi, senza capire i meccanismi di una pessima legge elettorale che sembra fatta apposta per confondere le idee, creare coalizioni di pura convenienza, lasciare il pallino in mano ai capipartito, gli italiani secondo i sondaggi si apprestano a far crescere ancora l'astensionismo.

 

Sarebbe un grave errore, a Cuneo come nel resto del Paese, che domenica notte, con qualsiasi risultato, confermerebbe l'immagine di un'Italia che “getta la spugna” e si consegna ai vincitori di turno uniti solo dalla momentanea gestione del potere.

 

Ai seggi, invece, dobbiamo andare in tanti non solo perché è un nostro diritto-dovere come sentiamo spesso ripetere, ma soprattutto per dimostrare che ciascuno di noi è disponibile a fare ancora un piccolo sforzo di sopportazione per dire la sua attraverso l'unico strumento che abbiamo veramente in mano: la scheda elettorale.

 

Domenica, in qualsiasi orario, dalle 7 alle 23 – scettici o delusi, preoccupati o inascoltati – non concediamoci la scusa che “tanto sono tutti uguali” e dimostriamo ai dittatori del mondo che l'Italia rimane a tutti i costi una vera DEMOCRAZIA.

 

Giuseppe Grosso