CUNEO CRONACA - Con una cerimonia semplice e strettamente riservata, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, il Comune di Barolo dà ufficialmente il via a “Barolo 2021. Racconto infinito”.

Il piccolo comune delle Langhe ha scelto questo slogan per presentarsi come prima “Città Italiana del Vino”, la nuova iniziativa promossa dall’Associazione Nazionale Città del Vino e patrocinata dal Mipaaf, in un anno che sarà scandito da una serie di attività, eventi, mostre e conferenze che si terranno principalmente a Barolo, ma con diramazioni anche in altri comuni delle Langhe e del Roero.

In occasione della cerimonia sarà inaugurata l’esposizione temporanea “Vigna magica a Barolo” ospitata nella sala degli Stemmi del castello Falletti, lungo il percorso del Museo del Vino che ha riaperto i battenti dopo la lunga chiusura per pandemia ed è visitabile – per il momento – ogni fine settimana.

La candidatura a “Città Italiana del Vino 2021” è nata un anno fa come naturale proseguimento di una storia importante e si inscrive in un contesto locale e nazionale dinamico. Il Comune di Barolo ha riunito soggetti istituzionali, associazioni di categoria, fondazioni culturali e movimenti locali, invitandoli a una stagione di confronto e iniziative intorno ai temi enologici più attuali e presentando la candidatura. «Quando nell’estate scorsa abbiamo abbracciato l’idea della candidatura al primo riconoscimento di questo tipo dell’Associazione nazionale Città del Vino – dice il sindaco di Barolo, Renata Bianco –, lo abbiamo fatto con spirito di intraprendenza e voglia di ripartire dopo essere stati travolti dalla pandemia e dal primo, doloroso lockdown. Mai avremmo potuto pensare a quanto sarebbe accaduto dopo e che questo momento che arriva oggi avrebbe davvero significato un nuovo inizio. Confidiamo che questa ripartenza sia quella definitiva e, nel rispetto di tutte quelle che sono oggi le normative di sicurezza, inauguriamo Barolo Città Italiana del Vino 2021 dando un segnale di ottimismo e condivisione di una nuova e dinamica stagione di eventi, cultura e turismo».

Alla stesura del dossier di candidatura di Barolo Città Italiana del Vino hanno partecipato 12 tra fondazioni culturali, consorzi, strade del vino e istituzioni territoriali. Il Comune di Barolo ha avuto la meglio su altre 6 città italiane in lizza per il riconoscimento: Bianco (Reggio Calabria), Duino Aurisina (Trieste), Montepulciano (Siena), Montespertoli (Firenze), Taurasi (Avellini) e Tollo (Chieti). Protagonista del taglio del nastro di Barolo Città Italiana del Vino 2021 sarà anche la comunità locale. Il sindaco Bianco: «Questo riconoscimento va condiviso soprattutto con i barolesi. Ed è per questo che i residenti, non potendoli avere in presenza all’inaugurazione per le rigide misure anti-contagio, saranno invitati a partecipare a un’anteprima a loro riservata, quando giovedì 13 e venerdì 14 maggio saranno coinvolti in una serie di tour del castello, a cui già normalmente hanno accesso gratuito secondo l’accordo stipulato all’apertura del Museo del Vino nel 2010, per vedere il nuovo allestimento nella sala degli Stemmi». 

Un ruolo decisivo in questo 2021 lo giocherà proprio il WiMu Barolo, il Museo del Vino firmato dallo scenografo svizzero François Confino. Il museo, gestito dalla Barolo & Castles Foundation e ospitato all’interno del castello Falletti, di proprietà comunale dal 1970, sarà per tutto l’anno osservatorio privilegiato e cabina di regia per le nuove tendenze in atto nel mondo del vino italiano. In questo tempo sospeso e di passaggio, la Città Italiana del Vino si farà capofila di una fitta e variegata rete di soggetti e istituzioni per immaginare il futuro dei piccoli borghi, del dialogo città-campagna, del racconto rurale, della civiltà contadina e della prossima sfida ambientale.

«Siamo felici e orgogliosi di essere il braccio operativo di questa nuova avventura e di poter contribuire così alla ripartenza dell’economia turistica del nostro territorio – aggiunge il presidente della Barolo & Castles Foundation, Claudio Bogetti –. Il riconoscimento di Barolo Città Italiana del Vino 2021 è frutto di un lavoro corale, per cui la Fondazione ha messo a disposizione il suo comitato scientifico articolando un dossier qualificato e un programma all’altezza del suo nome. Questa è una grande opportunità per Barolo e l’intero territorio di Langhe, Roero e Monferrato che, con il suo comparto vinicolo, paesaggistico e turistico, ha dimostrato di sapersi posizionare ai primi posti sul mercato nazionale e internazionale e allo stesso modo saprà affrontare il futuro del post-pandemia».

(Credit PIERANGELO VACCHETTO)