Giuliana è una mamma di Langa, come tante altre "devota alla famiglia". Quando finisce le varie incombenze sferruzza, ha mani che vengono definite "dolci" e da quelle mani escono cose meravigliose.

Giuliana è la mamma di Alessandra, a sua volta la mamma di di Chiara.

Alessandra vive a Priocca, davanti a casa lo stradone e anche lei sogna, sogna di altre donne e sogna di poter attraverso le sue mani "creare qualcosa".

Dall'altra parte dello stradone, si conoscono appena, vive Giovanna, sorella di Papi e Caterina, mamma di Germana e nonna di Agnese.

Giovanna fa la sarta e mentre cuce "sogna" ... 

I suoi sogni attraversano "lo stradone" e arrivano alla casa di Alessandra.

Entrambe si incontrano e lasciano che i loro occhi si illuminano e le loro pancie tremano quando scoprono che il loro sogno è quello di "recuperare" il lavoro manuale delle donne prima di loro, perché sentono e sanno che in quei fili di lana, seta, canapa, c'era il futuro di queste donne, ed era un futuro "sognato ed era felice".

Alessandra vogliono iniziare a recuperare concretamente quella forza, diventano testimoni e staffette e creano un progetto che si chiama Inquarto. 

Torniamo a Giuliana.

Si illumina quando scopre che la figlia e Giovanna diventano testimoni di partidi  storie di donne che le hanno precedute, ed ora sferruzza non solo più per lei ma si sente partecipe di questo passaggio e contribuisce con ciò che sa fare, ma soprattutto con la sua dolcezza e il suo cuore.

E da quel momento inizia il gioco dell' assemblare la forza contenuta nei bauli, nei corredi, nelle tovaglie consunte ma di cui si conserva ancora qualcosa, nelle tende... 

Ale e Gio faranno rivivere la forza di quei fili sotto altre forme, lasciando libertà assoluta alla loro creatività.

Il sogno si espande, Papi, Giovanna e Caterina, tre sorelle che tornano a vivere vicine, ognuna in una parte della grande casa di famiglia, ma anche questo è un filo.

Ritessiamo: Papi torna a Priocca dopo tantissimi anni, Papi oltre che sorella e mamma è amica di Eliana che è mamma di Paola, e prende in mano i fili di queste sorellanza, figliolanza, amicizie, nipotanze e li assembla insieme andando a recuperare i ritagli dei pezzi di lana creati da Giuliana, li mette insieme e affida ad ognuna di loro una mattonella, che Eliana e Papi consegnano alle donne che raccolgono i pezzi, e mentre vanno si raccontano il profondo senso di appartenenza che sentono ad aver contribuito alla creazione di una "calorosa e colorata" coperta.

Mi piace pensare a quanta forza c'è in quella coperta, all'assemblaggio di tante forze, alle tantissime storie che contiene, alle tante donne e penso anche uomini, che hanno saputo mettere a disposizione il loro tempo per "creare" onde colorate, calde, forti e piene di sogni.

Mi fa pensare alle donne quando si incontravano per il cosiddetto patchwork. 

Lo scopo era creare recuperando, ma la forza era nel loro modo di stare insieme, raccontarsi, dedicarsi tempo, ridere e piangere, era il loro modo di confidarsi.

Era soprattutto la "sacralità" del tempo che si concedevano, sentivano di appartenere alla propria storia ma anche alle storie delle altre, e oggi posso dire: alla coperta della vita.

Ho dato inizio al tessere il filo del "racconto" della storia delle nostre mattonelle contenute in VIVAVITTORIA di piazza Galimberti a Cuneo, e invito tutti a raccontare altre storie, daremo in questo modo ancora più calore.

Giuliana 

Giovanna e Alessandra 

Papi e Caterina 

Germana Paola Giulia Chiara 

Agnese 

Chi racconta è Eliana