"Gentile direttore, nei giorni scorsi si è consumato il rito quasi deprimente delle elezioni per il rinnovo del presidente dell’Amministrazione provinciale e del suo Consiglio che forse merita una riflessione in proposito, ma per farlo, occorre ripercorrerne un po’ la storia degli ultimi anni.

L’allora presidente Renzi, imbevuto anche lui di "sano populismo", dichiarava di voler chiudere le amministrazioni provinciali, a suo dire "enti inutili" per cui con la riforma Delrio gli tolse soldi e potere, abolendo di fatto gli organi, l’elezione per collegi, motivando questo atto con la scusa più demagogica possibile, ossia l’eliminazione dei compensi, che per i consiglieri ammontavano ad un importo del tutto irrisorio per il tempo che vi si dedicava. Le amministrazioni provinciali non sono state chiuse, in quanto ci si era poi accorti che il trasferimento del personale dalle Provincie alle Regioni sarebbe costato di più alle casse dello Stato, ed allora sono state abbandonate ad una lenta agonia.

Non voglio fare demagogia, e quindi non voglio dire che lo sperpero e la corruzione - ove accertato – si siano manifestati nelle amministrazioni regionali e non (o rarissimamente) nelle amministrazioni provinciali, ma credo di poter affermare con convinzione generalizzata che l’unico ente locale che era veramente vicino alla gente, e anello di congiunzione tra i Comuni e la Regione ed il Governo, erano proprio le Province.

Per quanto riguarda il nostro territorio, con l’Amministrazione provinciale si facevano le grandi battaglie in difesa e/o per lo sviluppo del territorio o le grandi rivendicazioni nei confronti del Governo, una su tutte quella per la Cuneo-Asti che aveva raggiunto un importante risultato in quanto si erano mobilitati tutti i sindaci perché credevano nell’istituzione, indipendentemente dal politico o dalla coalizione che lo amministrava.

Oggi, la nostalgia delle Province è sentita da parte di tutti e per non morire di nostalgia conviene porvi rimedio, ed allora il presidente riconfermato con il nuovo Consiglio, per la gran parte rinnovato nelle persone, con tutti gli eletti in Regione ed al Parlamento, propongano un referendum tra i cittadini od una proposta legislativa affinchè ci restituisca un ente con un grande passato, ma che sarebbe pienamente legittimato ad avere un grande futuro".

Giorgio Groppo

Sommariva del Bosco