Cinque anni per fare il giro del mondo in 26 tappe, con più equipaggi di quattro persone che si alterneranno alla guida di un vecchio fuoristrada «Toyota Land Cruiser» del 1989. È il viaggio di oltre 200 mila chilometri, attraverso 48 Paesi dei cinque Continenti. Il racconto della seconda tappa viene fatto attraverso una video proiezione nella Biblioteca Civica di Peveragno c/o il Centro Culturale Ambrosino giovedì 23 maggio alle 21.

 

Quaranta giorni per percorrere circa 9000 km attraversando parte dell’altipiano del Pamir continuando lungo la Via della Seta fino alla magica Lhasa e poi Nepal, India fino ad arrivare nella regione dell’Assam ai confini con il Myanmar. Questo itinerario che Diego Bianco (tecnico comunale del Comune di Peveragno) ed i suoi compagni Aldo Viora, Beppe Bono (Consigliere Comunale di Peveragno) e Dudi Damilano hanno percorso, a bordo di un vecchio Toyota, allestito per l’impresa, attraversando l’Uzbekistan, il Kirghisistan, la Cina il Nepal e l’India.

 

Il percorso – seconda tappa del previsto giro del mondo a tappe in Toyota – ha toccato, non senza imprevisti e difficoltà, alcuni dei luoghi più affascinanti del continente Centro-Asiatico.

 

Abbiamo dato il cambio al primo equipaggio – dice Diego Bianco – partito da Cuneo ed arrivato a Tahsken, capitale dell’Uzbekistan, e da lì dopo aver visitato la magica Samarcanda ci siamo diretti verso il Kirghisistan arrivando fino al campo base del Peak Lenin una delle più alte vette del Pamir (metri 7150). Successivamente dopo innumerevoli controlli e con notevoli difficoltà a causa delle tensioni presenti nella zona siamo entrati in Cina nella regione dello Xin-yiang e ci siamo addentrati in Tibet su questo altipiano desertico situato ad una quota oscillante tra i metri 4.200-5.300. Paesaggi incontaminati, animali selvatici, popolazione nomade oppresse dalla dominazione cinese, un mondo magico e drammatico nello stesso tempo. Da Lhasa, capitale spirituale dei tibetani, abbiamo successivamente raggiunto il campo base dell’Everest, e dopo aver attraversato l’unico passo percorribile di Girong siamo entrati in Nepal, alcuni giorni a Katharmandu per rimetterci in sesto noi ed il mezzo si parte per la regione nepalese del Chitwan, una delle poche oasi naturalistiche rimaste in quest’area, con foreste impenetrabili e di una forte presenza di animali selvatici (tigri, elefanti, rinoceronti,…). Un poco intimoriti per la guida sinistra entriamo nel caos colorato e misero della regione indiana del Bhiar e qui seguendo il percorso del sacro Gange, attraversando villaggi poco avvezzi alla presenza dei turisti entriamo nella regione del Darjeeling famosa per le piantagioni del the ed infine dopo alcuni problemi generati da una rivolta autonomista locale che ci ha bloccati per alcuni ore a causa di un attentato, giungiamo a Guwhat grande città dell’Assam ai confini con Myanmar. Conclusa questa seconda tappa il mezzo è stato lasciato a disposizione del gruppo successivo”.