SAVINO ROGGIA - Chi non ha dentro il primo presepe della sua infanzia? E come mai fermarsi a contemplarlo è sempre un’emozione? La risposta è che ce lo portiamo dentro quale marchio di origine i cui significati hanno contribuito e contribuiscono a formare le nostre coscienze.

Tutto ebbe origine da San Francesco D'Assisi nel 13mo secolo, il quale ebbe l’idea di rendere in immagine ciò che si tramandava oralmente della Natività: una Grotta in cui ospitare Maria, Giuseppe, il Bambino, il bue e l’asino. Cornice e intorno vennero solo con il tempo.

Oggi, in un presepe ben allestito non manca un castello, un mulino, un ponte, una fontana, un pozzo. Come pure una lavandaia, un cacciatore, alcuni zampognari… e luci a rappresentare con i loro significati nascosti il macrocosmo in un microcosmo immobile dell’essere uomo scintilla divina in terra.

La tradizione del presepe quindi nasce dalla sacralità di traslare i significati sacri alle nuove generazioni. E chi più dei nonni poteva insegnare tanto ai loro nipoti. Come nelle favole in un’atmosfera di mistero e magia, attraverso il rito della preparazione e dell’attesa trasferiscono loro il valore e il significato più profondo dell'esistenza umana: il senso di Dio e Gesù, l’Origine e la vita degna per ritornare a Lui.

Il presepe infatti parla del “cammino" dell'uomo sulla terra. Cammino che comincia dal mero piano della vita fisica (i piedi, ignari, che calpestano la terra) e ci trasporta sino alla consapevolezza spirituale, dal sonno al risveglio, dal giorno alla notte passando per l'alternarsi dei cicli e delle stagioni. Ogni suo manufatto e personaggio sembra uscito da un libro, un libro ancora da leggere, che ci parla attraverso il sentire dei suoi attori e il contesto in cui essi stanno operando.

Ed ecco che allestire il presepe significa rinnovare il rituale che ci intrattiene sul bene e sul male, sulle luci e le ombre, su perdizione e vita, ignoranza e consapevolezza.La grotta evoca la porta d'accesso, il portale di passaggio tra il regno del mistero e la vita. Uscirne significa "venire alla luce" lasciando dietro di sé il buio, il freddo e l'oscurità dell'animo che non conosce calore. Il bue e l'asinello ricordano il popolo ebreo (l'era del toro) e quello pagano (l'asino, con questa lettura, richiama il senso dell'uomo ignorante che agisce solo in base ai propri impulsi animali).

I tre Re Magi che seguono la scia della cometa, rappresentano le trasformazione della coscienza per giungere alla consapevolezza e all'illuminazione: nigredo, rubedo, albedo; ovvero la stessa trinità (corpo, spirito, anima) che viaggia verso la sua realizzazione e auto-conoscenza. Nigredo è il magio Nero che raffigura la notte; Rubedo è il Re Rosso con il suo tramonto; e Albedo è il Sovrano Bianco che porta con se l'aurora, la luce.

I presepi nel tempo si sono perfezionati con ulteriori personaggi. Il pastorello dormiente (privo di coscienza, sospeso tra cielo e terra) su un'altura rimanda all'inizio del percorso che l’uomo dovrà affrontare per raggiungere la grotta (dove il mistero verrà svelato al suo cuore semplice).

Il ruscello figura il "tutto che scorre", compresa la vita rappresentata dall'acqua stessa. Sulle sue sponde è sempre presente il pescatore, primario simbolo del Cristo pescatore di anime e pesci (nutrimento spirituale). Il ponte è la metafora del passaggio all'altro mondo, il mulino con la ruota e le pale rappresenta il tempo che trascorre, passa e ricomincia all'infinito e l’intelligenza dell’uomo che prendendosi cura della natura, del Creato coglie nutrimento e bellezza.

La fontana richiama i luoghi umidi, portatrice dell'acqua come il grembo materno e fonte di vita; il pozzo l'apertura tra l'alto e il basso, il cielo e la terra; la lavandaia la necessità di purificare le vesti quale metafora della levatrice; e pastori e pecore il popolo in cerca di una guida.

Di certo non esiste niente di più pregno di significati veramente spirituali quanto il presepe, simbolo della tradizione dello stesso Natale, della nascita di un nuovo Uomo, di un nuovo sole per vincere le tenebre con la luce, della rinascita e trasformazione che è alla portata di ogni uomo.

Savino Roggia