CUNEO CRONACA - Forti grandinate, piogge torrenziali, vento forte ed esondazione del fiume Toce e del Crodo nel Verbano dove sono caduti oltre 120 millimetri di pioggia in poche ore che hanno danneggiato aziende agricole andate sott’acqua e apiari: un vero bollettino di guerra in questa estate che continua all’insegna del forte maltempo al nord. Chicchi di grandine grandi come palle da tennis nella provincia di Torino e di Cuneo fino all’Astigiano.

A farne le spese soprattutto gli ortaggi in pieno campo, le serre scoperchiate, il mais in piena fioritura, i campi di grano che devono ancora essere trebbiati e la soia. Le aree colpite sono vaste e si aggiungono alle zone già danneggiate nella scorsa settimana nel Chivassese e tra Torino e Vercelli, con punte di maggior danno tra Crescentino e Trino, ma anche nel Monferrato, tra Moncalvo e Casale.

"La grandine è l’evento più dannoso perché, dove ha colpito, ha distrutto in pochi minuti il lavoro di un intero anno – spiegano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Una vera calamità in un momento particolarmente delicato per le coltivazioni agricole con la raccolte in corso mentre ci si avvicina alla vendemmia.  Siamo di fronte in Italia alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.

I nostri tecnici sono al lavoro per la conta dei danni, ma una cosa è certa: questa situazione non può più essere trattata come una semplice emergenza, dal momento che si innesta su eventi ormai continui di vere e proprie bombe d’acqua rapide e violentissime". 

È arrivata in tarda serata la telefonata del Capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio all’assessore della Regione Piemonte Marco Gabusi per un aggiornamento sulla situazione dei territori colpiti dai violenti nubifragi. «Dopo i temporali di martedì – precisa l’assessore Gabusi - stiamo assistendo sindaci e popolazione grazie all’incessante opera del Coordinamento regionale di Protezione civile, mentre da oggi i nostri tecnici raccoglieranno tutti i dati rispetto ai danni subiti. Il Capo Dipartimento Curcio mi ha assicurato che sarà valutata tempestivamente la richiesta dello stato di emergenza. A mia volta ho chiesto che si faccia una valutazione molto attenta e scrupolosa dei danni dal momento che siamo di fronte a qualcosa di diverso rispetto al passato: non si tratta più, infatti, di emergenze episodiche, ma di fenomeni che si ripetono su territori già provati da eventi precedenti. Ci ritroviamo a chiedere lo stato di emergenza per la seconda volta in meno di una settimana: è chiaro che dobbiamo iniziare a ragionare su metodiche nuove di difesa del suolo e di protezione delle colture e delle strutture».

Nel corso del colloquio l’assessore Gabusi ha anche aggiornato puntualmente il Capo Dipartimento Curcio sulla situazione in Piemonte, sottolineando la violenza della grandinata che ha colpito soprattutto Torino e il Sud del Piemonte fino all’Albese, con danni importanti in zone come Castellinaldo, San Damiano d’Asti e Revigliasco d’Asti. «Abbiamo visto tutti circolare sui social – evidenzia l’assessore Gabusi - le foto di chicchi di grandine grossi come una mela o come una merendina. Le dimensioni spaventose e la violenza delle precipitazioni hanno creato danni enormi a auto e colture, e nel Verbano hanno causato esondazioni nel giro di poche ore. Come concordato con il Capo della Protezione Civile ci sarà una valutazione attenta della situazione e per questo lo ringrazio».

Per la giornata di oggi (mercoledì 14 luglio) il servizio meteorologico dell’Arpa prevede ancora piogge su tutto il Piemonte, ma con un rischio idrogeologico limitato solo per le zone del Verbano, nell’area del fiume Toce, e nelle valli Sesia, Cervo e Chiusella.