Sono arrivate nella neve fresca, cercando di evitare lastre di ghiaccio in gallerie. Mille chilometri, Esther (olandese, fondatrice di Diventa Pilota), Eleonora (italiana, pilota d'aereo) e la mascotte Mirko li hanno percorsi tutti, o meglio sciati tutti, a parte gli ultimi sei. A percorrere l'ultima tappa con loro un comitato di onore formato da amici e atleti tra cui Stephanie Santer, ex sciatrice della nazionale di Fondo e vincitrice della Marathon Cup nel 2012.

Partite dalla Valle Maira, in provincia di Cuneo, hanno attraversato Valle d'Aosta, la Lombardia e l'Alto Adige, fino ad arrivare in Veneto dove risiedono. Il tempo e la neve hanno messo a dura prova le sciatrici durante tutto il percorso. Quando erano in Val Ferret, vicino al Monte Bianco, il vento era così forte che ha "portato via" la biglietteria, raccontano. La carenza di neve ha costretto anche ad alcune modifiche del loro itinerario, ma il loro obiettivo non è mai stato perso di vista: dire no agli allevamenti intensivi dei maiali.

Sì, perché "Skiing for pigs" è proprio questo: fare riflettere, attraverso una sfida sportiva, quante più persone possibili sul fatto che gli allevamenti intensivi non trovano posto in una società civile come la nostra. "Solo quando il consumatore si rifiuterà di comprare carne proveniente da animali che hanno vissuto in condizioni orribili, le cose cambieranno. E' tempo che il governo renda obbligatorio spiegare non solo la provenienza della carne, ma anche la condizione in cui gli animali hanno vissuto", spiega Eleonora.

Durante tutto il percorso hanno visitato alcuni piccoli allevamenti e parlato con gli allevatori. La cosa paradossale che hanno notato è che, chi fa il proprio lavoro con amore, trattando gli animali nel miglior modo possibile, incontra delle difficoltà enormi quando poi vuole vendere alle grandi filiere di distribuzione che spremono sul prezzo. Infatti, una volta che la carne finisce sui banconi, non c'è alcun modo di distinguere i maiali del singolo allevatore da quelli dell'azienda.

Entrambe le sciatrici sono sportive solo a livello amatoriale e nella vita fanno tutt'altro. "La sfida è stata intensa, ma quello che l'ha resa incredibile è stato il supporto e la solidarietà da parte delle persone che abbiamo incontrato - dice Esther -. Gli italiani si sono rivelati davvero un popolo fantastico". "Molte delle persone che ci hanno ospitato, hanno continuato a seguire la nostra avventura, e ci rammarica sentire da loro come questo panico insensato da Coronavirus stia danneggiando economicamente molte piccole realtà locali" conclude Eleonora.

La sfida dei 1000 chilometri si conclude, ma "Skiing for pigs" ha realizzato che c'è ancora molto da fare e non si fermerà qui. In progetto infatti ci sono altre sfide sportive. "Abbiamo in mente già un programma piuttosto tosto per il prossimo anno, ma prima di parlarne è ora di andare a casa distendere le gambe e finalmente non sciare per un po' di giorni!". Skiing for pigs può essere seguito sulla pagina Facebook ed Instagram "skiing for pigs".