GUIDO CHIESA - Come tutti i commentatori hanno rilevato, la curva dei casi accertati sta calando, in Italia, più lentamente delle aspettative. Anche rispetto ai dati di una settimana fa che facevano invece ben sperare.

Il modello matematico non può quindi che prendere atto della tendenza in corso. In base al numero dei casi accertati alla data del 13 aprile, 159.516, la proiezione eseguita con il metodo della curva logistica porta a 193.000 il numero dei casi totali previsti alla fine di questa fase dell’epidemia, con un incremento di 27.000 casi rispetto al dato precedente. Risultato probabilmente dovuto alla concomitanza di due fattori: il maggior numero di tamponi eseguiti e l’esplosione del contagio nelle residenze socio-assistenziali (Rsa). Di conseguenza varia anche la data del raggiungimento del 99% dei casi accertati totali, passando dal 30 aprile al 13 maggio. Come varia di un paio di settimane la data del raggiungimento del 99,75% dei casi totali previsti, ossia il 26 maggio.

In provincia di Cuneo la diffusione del contagio ha un andamento del tutto casuale (vedi grafico), legato, forse, alla esplosione di alcuni focolai. Fatto che rende aleatoria qualsiasi previsione (rappresentata dalla linea blu del grafico). Per certi aspetti è come se in provincia di Cuneo la diffusione seguisse una legge esponenziale. Cosa decisamente preoccupante, come è preoccupante il dato di lunedì 13, 171 nuovi casi, mai registrato prima e di poco inferiore a quello della provincia di Torino che ha una popolazione 4 volte circa più numerosa.

Nonostante questo dato gli indicatori permangono ancora i migliori rispetto a quelli del resto della Regione. Infatti il tasso di presenza di casi di Coronavirus in provincia di Cuneo, alla data del 13 aprile, è pari a 28 casi ogni 10.000 abitanti contro i 39,6 medi della Regione e i 55,5 della provincia di Alessandria, la più colpita dall’epidemia. La conseguenza decisamente più pesante è che la possibile data della fine del lockdown verrebbe a collocarsi addirittura un paio di settimane dopo quella del paese nel suo complesso.

Anche il tasso di letalità, ossia il numero di deceduti in rapporto al numero di casi accertati, risulta il più basso della Regione: 7,97% contro il 10,88% medio della Regione e il 18,41% della provincia di Biella. Fatto decisamente importante perché, ricordiamo, questo parametro è assunto come indice dell’efficacia del sistema ospedaliero della zona.

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Guido Chiesa