CUNEO CRONACA - Ci sono autori che si fanno riconoscere per la loro cifra stilistica, che si ricordano per i temi che trattano e che si tornano a leggere per le emozioni che hanno saputo sollecitare. Massimo Vacchetta è uno di questi. Veterinario di Novello, in provincia di Cuneo, 54 anni, una vita passata tra gli animali, prima i bovini d'allevamento e poi tra i ricci feriti, orfani e disabili, Vacchetta è uno degli autori più amati di Sperling. 

Dopo il best seller 25 grammi di felicità, tradotto in 14 lingue e distribuito in 27 Paesi, un secondo romanzo con lusinghieri risultati e un libro per bambini che sta collezionando premi - l'ultimo è lo "Scelto da noi" assegnatogli a Massa marittima a fine ottobre - Vacchetta sta presentando il suo terzo titolo, Raccontami qualcosa di bello, appena uscito per i tipi di Sperling.

Domenica 21 novembre ci sarà un doppio appuntamento a Milano: alle 11, nell'ambito di Book City, Vacchetta sarà al  Museo di Storia Naturale (corso Venezia 55), dove lo intervisterà Cecilia Di Lieto, conduttrice del programma radiofonico "Considera l'armadillo" su Radio Popolare Milano. L'evento, gratuito, richiede per la partecipazione il green pass e la prenotazione obbligatoria attraverso Book City; alle 14 il veterinario sarà al parco Pop (via Bovisasca 20126 Milano), insieme ai volontari de Il Giardino degli Aromi, per una presentazione del libro en plein air, seguita da passeggiata, naturalistica ed ecologica, allo scopo di pulire un meraviglioso parco di 7 ettari, che testimonia come natura, animali selvatici e dimensione metropolitana possano trovare un punto di equilibrio.

Raccontami qualcosa di bello narra la vicenda del salvataggio di Kasya, la delfina che stava morendo di stenti a Teheran, intrecciata con le molte storie di vita e dedizione per gli animali che ogni giorno animano il Centro Recupero Ricci La Ninna di Novello. Una vicenda che si sviluppa attraverso i 18 mesi della pandemia, di cui riesce a farci respirare l'impatto sociale e ambientale devastante. 

Sì, perché Raccontami qualcosa di bello non è solo la storia di Kasya e della straordinaria cordata internazionale di volontari, coordinati da Vacchetta e da un team italiano, che hanno avviato complesse operazioni diplomatiche e una imponente raccolta fondi per salvarla. Raccontami qualcosa di bello è anche la storia di Daniele, un ragazzo di grande sensibilità e con un passato difficile, che aveva trovato nell'impegno quotidiano al Centro di Novello un'occasione di riscatto e che, quando il lockdown  lo ha costretto a starne lontano, si è perso di nuovo, fino a morire a soli 23 anni. È la storia di Casimira la riccetta che Daniele aveva salvato e grazie alla quale aveva conosciuto la Ninna e il suo fondatore. È la storia di Mari, la "balia dei ricci", colei che con assoluta abnegazione si prende cura dei piccolini rimasti orfani ancora da svezzare, allattandoli di continuo col contagocce, senza riposo per settimane.

Il libro è la testimonianza di come ogni azione sia concatenata ad altre e generi conseguenze che si riverberano a migliaia di chilometri di distanza. È la storia della campagna di interventi a favore dell'Australia dilaniata dagli incendi, avviata da Vacchetta e dai suoi volontari a marzo 2020, degli effetti del cambiamento climatico sulla natura vicino a noi, con centinaia di ricci nati a settembre, che si ritrovano troppo gracili per affrontare l'inverno, e dell'egoismo umano che vorrebbe imprigionare i delfini, per farne giocolieri ammaestrati da esibire nei delfinari.

Raccontami qualcosa di bello è un omaggio, fin dal titolo che ricorda una delle frasi preferite di Franca, la mamma di Massimo Vacchetta, scomparsa troppo presto, poco più che sessantenne, agli affetti più veri e profondi, a un generoso spirito di cura - delle altre persone, degli animali, delle piante e del pianeta nel suo complesso - che, per l'autore, è l'unico, autentico, scopo della vita.

Raccontami qualcosa di bello è, infine, la storia di un impegno costante e disinteressato, avviato da Vacchetta anni fa ed esteso, per cerchi concentrici a migliaia di persone, dai volontari del Centro al milione e mezzo di followers dei canali social de La Ninna, nel cercare di migliorare il mondo in cui ci troviamo a vivere, sia attraverso piccole azioni quotidiane sia con grandi progetti emblematici, come appunto gli interventi in Australia o il salvataggio di Kasya.

«Credo profondamente nella solidarietà e nell'importanza di dare attenzione ai bisogni degli altri, siano persone, animali o il Pianeta stesso», confessa Massimo Vacchetta. «Prendersi cura degli altri ci permette di far emergere la parte migliore di noi e di lenire le nostre stesse sofferenze».

«A La Ninna siamo convinti che ogni vita vale», conclude Vacchetta, «per questo, ci impegniamo ogni giorno a curare i ricci selvatici, ci siamo prodigati per i koala e i canguri dell'Australia e per salvare la delfina rinchiusa a Teheran. Per questo scrivo libri: vorrei informare e sensibilizzare il più possibile le persone e, in particolare, i bambini e i ragazzi, sull’importanza di conoscere e tutelare la natura e le diverse forme di vita. Solo impegnandoci nella solidarietà e nella cura del Creato potremo proteggere il mondo, le nostre vite e, di conseguenza, anche  le nostre anime».