CUNEO CRONACA - Che cos'è la Baìo?: «Qualcuno dice che è un carnevale, sì, no, è anche questo, certo è anche un carnevale ma è tante, tante cose insieme. Per comprendere la Baìo bisogna comprendere questi elementi che la compongono». Così inizia il podcast (suddiviso in alcune puntate) dedicato alla grande manifestazione che si svolge ogni cinque anni in Valle Varaita che è la Baìo. Un racconto appassionato di un testimone, uno studioso, un nativo che molte Baìo ha vissuto: Fredo Valla. (Ascolta QUI le puntate del podcast)

Fredo Valla è originario di Sampeyre, il Comune dove si svolge la Baìo. Fredo Valla è regista e sceneggiatore ma anche militante per la questione della lingua e della cultura occitana. Lui stesso, dalle prime righe della biografia del suo sito internet, si presenta così: «Dico sempre che faccio l’intellettuale di montagna, costretto come mio nonno – contadino, arrotino, zoccolaio e cacciatore (d’inverno) – a fare tanti mestieri per poter vivere in quota. Fin dalla tenera età mi occupo della minoranza occitana (la mia), dunque di questioni nazionali. Ho scritto, scrivo, ogni tanto, su giornali occitani. Faccio, come si diceva una volta, militanza. Coltivo l’orto, a 1350 metri di quota; raccolgo cavoli, zucchine, porri, insalata, bietole, carote. Zucchine soprattutto. I pomodori non vengono, troppo alto. Le patate non sempre, a volte le brucia il marin».

La sua voce è calda, calma e profonda. Il pensiero lucido. Il racconto si fa viaggio, il viaggio attraversa il tempo e ci conduce nel cuore della propria cultura. Il racconto si fa intimo, come un regalo a un amico. Intimo perché è come se svelasse segreti, in un linguaggio che ha qualcosa di poetico. La poesia è una cifra della lingua e della cultura occitana, come se ci fosse un continuum storico che dal pensiero e dai canti dei trovatori giunge a noi, giunge a chi si ferma ad ascoltare. Come se si svelassero dei segreti. La sua voce nel raccontare la Baìo si fa emozionata fino alla commozione, quando rivive quel momento dello svolgersi del rito in cui le varie Baìe (sì perché le Baìe sono tante) convergono nella grande piazza del capoluogo, ognuna per formare il proprio cerchio di danza. C'è della poesia anche in questo. Della meraviglia. Fredo Valla ci trascina nel profondo di questo rito e nei suoi multiformi significati. Fredo Valla ci dice che la Baìo oltre che nella mente e nel cuore delle persone sia in fondo nell'anima della gente della Valle Varaita, di Sampeyre, e lì deve rimanere, nell'anima, affinché conservi la sua forza, il suo sentimento. La Baìo è sentimento.

Il podcast è suddiviso in alcune puntate ed è bilingue. Il racconto alterna l'occitano, la lingua madre del narratore, all'italiano. Fredo Valla utilizza due idiomi con estrema facilità. Il racconto fluisce e quasi non ci si accorge più di passare da una lingua all'altra. In questo il podcast ha anche una funzione didattica, linguistica.

Ma che cos'è la Baìo? E' tante cose insieme, certo ma è soprattutto: «Celebrare la libertà ritrovata» qualunque sia questa libertà, qualunque significato si voglia dare a questa libertà. E' la libertà della vita stessa, il ritorno della fertilità della terra che veniva celebrato nei rituali primaverili degli uomini del neolitico, i primi agricoltori che ringraziavano le loro divinità per l'eterno ritorno. E' la libertà da una contrapposizione, islam e cristianesimo. E' la libertà da una quindicina di anni di guerra in Europa del periodo napoleonico. E' la libertà dell'unione di un paese, l'Italia, con le guerre del Risorgimento. La Baìo simboleggia, rappresenta un racconto storico tramandato dalle generazioni e Fredo Valla aggiunge che questo racconto storico: «Non è così importante che sia fedele o meno, l'importante è che la cultura popolare abbia saputo dare un significato di libertà a questa festa. La gente si ritrova e sfila e grida “Baìo, Baìo!” perché in questo modo vuole celebrare la libertà ritrovata, vuole risolvere le relazioni tra le persone, sempre nella grande idea, nel grande desiderio, di vivere liberi». E questa è una grande lezione, una grande festa colorata che vuole ricordare e ricordarci del valore della libertà e condividere in un grande rito collettivo questo valore fondamentale.

Molti elementi confluiscono, compongono la Baìo: dal teatro greco-romano alla commedia dell'arte. Fredo Valla ci ricorda che la tradizione è mobile, finché pulsa di vita. Ci porta nel racconto anche in Alta Valle in un'altra Baìo, la Beò di Bellino, in cui la tradizione ha dimostrato la sua forza esistenziale sapendosi modificare nel flusso del tempo.

Vi sono nella Baìo alcuni elementi che ne rappresentano una sorta di anima, come i nastri colorati di seta. Elemento così importante che quando stavano mancando la gente si chiedeva come avrebbero potuto fare Baìo senza i nastri di seta. E il racconto si fa aneddoto che ha dello straordinario e dell'avventuroso, pur di avere i nastri di seta ricamati e colorati necessari per vestire la Baìo...

Altro elemento strutturale del rito che giunge verso la chiusura della manifestazione è il processo. Elemento diffuso nei riti primaverili in cui è necessario un capro espiatorio: un vecchio che viene accusato di volere il male della comunità e un nuovo che invece si sostituisce, il ritorno della fertilità della terra.

Ma la Baìo «è diventata addirittura un elemento calendariale, un riferimento cronologico per raccontare dei fatti della nostra vita, per raccontare gli avvenimenti».

La Baìo quest'anno ritorna e si svolgerà nei giorni 5, 12 e 16 febbraio, ovvero la prima e la seconda domenica e il giovedì grasso, per ritornare fra cinque anni.

Il podcast rimane ed è disponibile sempre e gratuitamente. Che possa servire a comprendere meglio un grande rito e alcune eterne questioni umane.

(Testo di Flavio Giacchero tratto dal sito www.chambradoc.it)