CUNEO CRONACA - La Camera di commercio ha presentato la fotografia dell’economia reale della Granda nel 2019 e nel primo trimestre dell’anno in corso. Prima dell’epidemia sanitaria i dati erano tutto sommato positivi e, in generale, migliori di quelli regionali e nazionali, malgrado il calo del numero delle aziende (-0,91%): Pil in crescita del 1,2% (19,5 miliardi di euro), produzione industriale al +1,1%, export al +4% (-3,5% in Piemonte), tasso di occupazione al 69,4% e tasso di disoccupazione al 4,8% (contro il 7,6% piemontese), con quella giovanile al 16,6%.

Il presidente, Mauro Gola: “La storia ci insegna che ogni crisi porta con sé una rinascita e una potenziale crescita. È importante saper interpretare il cambiamento epocale che si sta profilando, con azioni mirate e adeguate, e nel Cuneese ci sono le leve utili per recuperare il terreno perso in questi mesi. Molto si giocherà sulla fiducia che sapremo coltivare”.

La Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Cuneo ha organizzato la Giornata dell’economia, durante la quale è stato presentato il Rapporto Cuneo 2020 - L’economia reale dal punto di vista della Camera di Commercio.

Dopo l’introduzione del presidente, Mauro Gola, l’evento, svoltosi con la formula del webinar, si è imperniato sulle relazioni di Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio studi di Unioncamere Piemonte, la quale ha illustrato i numeri e le tendenze della provincia relativi al 2019, e di Livia Simongini, specialist Sit (Strategie industriali territoriali) di Prometeia, che si è soffermata sull’economia post Covid-19, analizzando lo scenario nazionale e territoriale tra impatto della crisi e cambiamenti strutturali. 

A moderare l’incontro è stato Massimo Mathis, responsabile delle pagine provinciali cuneesi de “La Stampa”. L’emergenza sanitaria ha reso l’appuntamento assai diverso dal solito, sia nella formula, non avendo potuto organizzare il consueto convegno in presenza, sia nel cuore del dibattito, perché lo sguardo ha sì spaziato sul resoconto dell’andamento economico dei mesi precedenti, ma non poteva non essere focalizzato su futuro a breve, medio e lungo termine.

“La provincia di Cuneo, che aveva chiuso in positivo il 2019 sotto diversi punti di vista, non è rimasta immune dalle ripercussioni delle drastiche misure introdotte per limitare il diffondersi dell’epidemia», dichiara il presidente Gola.

«Ma la storia è ciclica e ci insegna che ogni crisi porta con sé una rinascita e una potenziale crescita. Per raggiungere questo risultato è importante interpretare il cambiamento epocale che si profila con azioni mirate e adeguate. Il principale obiettivo oggi sta nel sostenere il sistema imprenditoriale locale e aiutarlo a ripartire. L’accelerazione digitale ha dimostrato la sua efficacia in occasione del lockdown e, pertanto, va potenziata. Per risollevarsi dall’emergenza sanitaria, sociale ed economica, interpretabile come una sfida, bisognerà ripensare ai territori, ai loro spazi, a chi li vive e alla competitività mai dettata da un solo fattore, ma da un concorso di elementi che vanno valutati e ponderati al meglio. È un’esigenza imprescindibile che oggi può rappresentare un’eccezionale opportunità. I dati che abbiamo presentato durante la Giornata dell’economia dimostrano che il nostro territorio possiede gli ingredienti e le leve per recuperare, ci sono quindi le basi per alimentare quella fiducia che resta un elemento basilare per dare slancio alla ripresa”.

Nel 2019, anno non molto positivo per l’Italia e per il Piemonte che hanno denunciato un rallentamento palpabile, la Granda ha generato 19,5 miliardi di euro di prodotto interno lordo, producendo il 14% della ricchezza totale regionale e arrivando all’1% di quella nazionale. Come valore aggiunto pro capite Cuneo ha registrato ancora una volta un dato medio superiore a quello regionale, attestandosi, con 29.893 euro, al secondo posto dopo Torino tra le province piemontesi.

A differenza di quanto accaduto per il Piemonte, nel 2019, a Cuneo il Pil ha manifestato una dinamica positiva, crescendo del 1,2% rispetto al 2018, soprattutto perché la manifattura ha evidenziato performance migliori rispetto alla media regionale, tanto in termini di produzione industriale che per quanto riguarda le vendite oltre confine.

Tuttavia l’anno scorso il tessuto imprenditoriale cuneese ha mostrato qualche segnale di debolezza: a fronte di 3.528 nuove iscrizioni, la Camera di Commercio ha infatti registrato la cessazione di 4.148 aziende (-620 unità), fattore che ha portato a un tasso di crescita del  sistema  imprenditoriale del -0,91%. La dinamica esibita in termini di natimortalità imprenditoriale dal tessuto provinciale è peggiore rispetto a quella regionale (-0,35%) e in controtendenza rispetto alla media italiana (+0,44%).

Nonostante l’erosione della base produttiva, le imprese manifatturiere della provincia hanno chiuso il 2019 con una crescita della produzione industriale (+1,1%), a differenza della media piemontese (-0,5%).

Nel 2019 il valore delle esportazioni cuneesi si è attestato a circa 8 miliardi e mezzo di euro (+4,0% rispetto al 2018), mentre a livello regionale si è registrato un crollo del -3,5%. Cuneo resta, dopo Torino, la seconda provincia esportatrice del Piemonte, generando il 18,1% del valore delle vendite regionali all’estero.

In questo campo anche nel 2019 è stato fondamentale il contributo del comparto manifatturiero che ha segnato un +3,7% delle vendite oltre confine. Con una quota del 34,4% l’industria alimentare si è confermata il principale settore dell’export, con una crescita 6,9%. Un aumento a doppia cifra (+10,4%) ha premiato la meccanica, terza tipologia di prodotto esportata dalle imprese cuneesi. Risultati positivi arrivano anche dai mezzi di trasporto (+5,1%), dagli articoli in gomma e materie plastiche (+1,7%) e dai prodotti dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca (+3,2%).

Nonostante il permanere di alcune criticità, Cuneo è la provincia piemontese con i dati migliori del 2019 nell’ambito del mercato del lavoro, vantando il tasso di occupazione più elevato (69,4% contro la media regionale del 66,0%) e mostrando un tasso di disoccupazione appena al 4,8%, contro il 7,6% piemontese. È molto significativo il dato sulla disoccupazione giovanile, attestato sul 16,6%, in netto miglioramento rispetto al 19,8% del 2018. Per il Piemonte si parla del 26,8% l’anno scorso e del 30% nei dodici mesi precedenti.

Sarah Bovini, responsabile dell’Ufficio studi e statistica di Unioncamere Piemonte, ricapitola: “Nel 2019, a causa del rallentamento del commercio internazionale e all’indebolimento di alcuni comparti industriali, specie quelli legati al mondo dell’automotive, l’economia internazionale ha evidenziato una dinamica meno brillante rispetto a quella dell’anno precedente. Il rallentamento della crescita del Pil nazionale ha toccato anche la nostra regione, penalizzata dalla specializzazione produttiva manifatturiera. In questo contesto la provincia Granda si è distinta per una maggior capacità di resilienza. Cuneo nel 2019 ha ancora vissuto fasi espansive della produzione industriale e delle vendite oltre confine, fenomeni che hanno consentito il miglioramento dei dati occupazionali. Il rapido diffondersi dell'epidemia all’inizio del 2020 ha tuttavia cambiato bruscamente il quadro macroeconomico e le prospettive”.

Il pensiero del presidente Mauro Gola, prendendo spunto proprio dai dati contenuti nel Rapporto Cuneo 2020, è focalizzato sul futuro: “Inizio il mandato come Presidente della Camera di commercio di Cuneo con una pesante responsabilità: quella di orientare gli interventi dell’ente camerale per sostenere in modo efficace le imprese nella difficile fase della ripartenza, non tanto per limitare i danni, quanto per rilanciarne gli investimenti e la fiducia, due elementi senza i quali non sarà possibile recuperare la capacità di crescere e di reinventarsi che da sempre contraddistingue il nostro territorio. Molto dipenderà dalla dimensione e dall’efficacia delle politiche di sostegno messe in campo dai governi e da quanto questa esperienza modificherà i nostri comportamenti. Sono, però, convinto che, nonostante le profonde ferite che questa crisi lascerà, non manchino in prospettiva le opportunità e che le nostre imprese abbiano tutti i mezzi per saperle cogliere”.

Il Rapporto Cuneo 2020 è completato dall’accurata fotografia economica della provincia nel primo trimestre dell’anno in corso, aperta dalla citazione di un aforisma di Winston Churchill: “Le crisi peggiori sono quelle che si sprecano”.

Da essa emergono i primi effetti dell’emergenza sanitaria, rappresentati dal rallentamento registrato dai diversi settori economici sfociato, per alcuni di essi, in una vera e propria battuta d’arresto in seguito alla grave situazione epidemiologica mondiale. I primi dati del periodo evidenziano come la diffusione del Covid-19 abbia determinato la contrazione del mercato globale, con inevitabili ricadute negative sull’economia della Granda. 

Il trimestre gennaio-marzo 2020 segna, infatti, una netta linea di demarcazione tra il prima e il dopo Coronavirus anche per il nostro territorio.

“La crisi inedita e inaspettata di questi mesi mette sul tavolo della ripresa tante questioni aperte. La più immediata riguarda la capacità di famiglie e imprese di superare la situazione di emergenza, condizione necessaria per la ripartenza dell’economia», commenta Livia Simongini, specialist Sit di Prometeia. «Condizione necessaria, ma non sufficiente perché la crisi si è innestata su tendenze in atto già da tempo, alle quali potrebbe aver impresso un’accelerazione non meramente estemporanea. Penso, ad esempio, all’emergere di nuovi modelli di consumo, all’accelerazione dell’e-commerce, a una differente organizzazione del lavoro, a mercati internazionali più orientati verso la regionalizzazione degli scambi. Il sistema economico provinciale si trova di fronte a sfide che si giocano, in contemporanea, su diversi fronti, da un lato la necessità di superare l’emergenza, dall’altro l’opportunità, in una prospettiva di medio-lungo termine, di confrontarsi con cambiamenti strutturali. Tenendo conto della portata della crisi, lo scenario che prospettiamo per Cuneo è improntato a un cauto ottimismo: la recessione di quest’anno sarà profonda, ma il sistema produttivo mostra una resilienza maggiore della media italiana. L’economia provinciale riprenderà a crescere nel prossimo biennio, beneficiando di un contesto più favorevole sui mercati internazionali e anche in quello interno”. 

Il Rapporto Cuneo 2020 è disponibile online alla pagina del sito camerale https://www.cn.camcom.gov.it/it/rapportocuneo2020