CUNEO CRONACA - Prevedibile andamento negativo per le esportazioni cuneesi di merci nel primo trimestre del 2020, a seguito delle ripercussioni dell’emergenza Covid-19 che ha paralizzato l’economia mondiale: le vendite all’estero dei prodotti made in Granda hanno raggiunto 1.981 milioni di euro, registrando una contrazione del 3,3% rispetto allo stesso periodo del 2019. Nel corrispondente trimestre il valore delle importazioni di merci ha raggiunto i 1.142 milioni di euro, per un incremento del 6,3% rispetto ai primi tre mesi del 2019. Il saldo della bilancia commerciale si è portato sul valore di 838 milioni di euro, in diminuzione rispetto a quello registrato nel I trimestre 2019 che si attestava a 973 milioni di euro.

Cuneo si conferma la seconda provincia esportatrice del Piemonte, producendo il 18,3% del valore delle vendite regionali fuori confine. La dinamica esibita nel periodo gennaio - marzo 2020 dalle esportazioni di merci cuneesi è migliore di quella evidenziata a livello medio regionale (-5,8%) ma peggiore rispetto a quella nazionale (-1,9%). "Le ricadute dettate dall'emergenza Covid-19 stanno purtroppo iniziando a colpire le nostre imprese. In questo primo trimestre, interessato in parte dal lockdown, l’export della nostra provincia, sebbene abbia registrato un risultato meno negativo rispetto al regionale, denota i primi segnali di cedimento - afferma il presidente dell’ente camerale cuneese, Mauro Gola -. Ne hanno risentito in particolare gli scambi con i Paesi Ue-27, accentuati dall’uscita del Regno Unito. Occorrono interventi urgenti a favore dell'internazionalizzazione, per non disperdere le quote di mercato acquisite negli anni, mettendo in campo politiche condivise da tutti gli attori coinvolti e, a questo riguardo, la Camera di commercio farà la sua parte”.

Lo sviluppo complessivo delle vendite all’estero è stato determinato dal decremento registrato in pressoché tutti i principali settori delle esportazioni provinciali. La variazione percentuale con segno meno più significativa appartiene ai prodotti agricoli (-8,3%). Nonostante i prodotti delle attività manifatturiere, che rappresentano il 94% del peso totale delle esportazioni, registrino una contrazione del 3%, di questi la forza trainante dell’export made in Cuneo continua a essere rappresentata dai prodotti alimentari e bevande che registrano un +3,7 % rispetto al 2019. Nel comparto manifatturiero, la flessione più significativa è rappresentata dal settore del legno (-19,8%), seguito dai metalli di base (-19,2%), dai mezzi di trasporto (-6,4%), dagli articoli in gomma (-4,8%) e dai macchinari e apparecchi (-2,4%). Nell’analisi dei mercati di sbocco va evidenziato come, a partire dal mese di febbraio 2020, la Gran Bretagna sia uscita dall’Unione europea.

Nonostante sia previsto ancora un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2020, già a partire dal I trimestre del 2020 i dati delle esportazioni verso la gran Bretagna risultano inseriti nell’area extra Ue-27. Il bacino dell’Ue-27 ha attratto il 64,2% delle esportazioni provinciali, contro il 35,8% dei mercati situati al di fuori dell’area comunitaria. La performance registrata dalle vendite oltre confine dai Paesi dell’Ue-27 è sensibilmente crollata registrando un -5,2 %, mentre quella dei partner commerciali extra Ue-27 ha segnato un timido +0,4%. I più importanti mercati dell’area Ue-27 si confermano essere quello francese e tedesco, con quote rispettivamente pari al 18,4% e 16,1 %. La Francia ha evidenziato una flessione del 5,3%, ma peggiore è stato l’andamento delle vendite sul mercato tedesco calate del 7,4%. La diminuzione delle esportazioni verso la Spagna è stata più lieve con un -3,6%. Il dato peggiore l’ha riportato la Polonia (-21,2%). L’Austria risulta invece l’unico Paese ad aver registrato un segno positivo, piuttosto significativo (+13,8%).

Per il bacino Extra Ue-27 i mercati di maggior sbocco sono gli Stati Uniti e il Regno Unito che rappresentano rispettivamente il 6,5% e il 5,1% dell’export complessivo. Gli Stati Uniti hanno registrato un 6,9%, mentre il Regno Unito un -12%. Negativi anche Russia (-8,5%), Svizzera (-11%), Cina (-12,7%) e Turchia (-14,7%). Il Canada invece ha registrato +18,5%.