CUNEO CRONACA - Dopo il debutto internazionale all’International Film Festival di Sofia e la proiezione europea in 9 cinema tra Francia, Italia, Bosnia e Spagna, "Bogre. La grande eresia europea", il nuovo lavoro del documentarista e sceneggiatore Fredo Valla, arriva anche in Valle Varaita con una proiezione a Piasco e l’esposizione della mostra correlata a Brossasco. La proiezione si tiene domenica 21 novembre alle ore 15 presso il Cinema - Sala Polivalente di Piasco (Via Umberto I, 145), con la presenza del regista. L’ingresso è libero, con obbligo di Green pass. Prenotazione obbligatoria su www.vallidelmonviso.it - info@unionevallevaraita.it.

Fino a domenica 28 novembre presso Segnavia - Porta di Valle a Brossasco (via Provinciale) è allestita inoltre la mostra collegata al film e composta da fotografie, materiali di scena e pannelli informativi. L’esposizione è visitabile liberamente dal martedì alla domenica nell’orario di apertura della Porta di Valle, dalle 7 alle 19. «Volevamo che il documentario di Fredo Valla venisse proiettato anche in Valle Varaita – dichiara il presidente dell’Unione Montana Valle Varaita, Silvano Dovetta –: intanto perché Valla è originario di Sampeyre e riteniamo importante che il suo lavoro sia mostrato su questo territorio, sul quale è stato in parte girato, ma anche perché attraverso il racconto fatto dal regista si ritrovano alcune delle radici culturali e identitarie non solo della valle ma dell’intera Occitania che intendiamo preservare e valorizzare».

"Bogre. La grande eresia europea" racconta un lungo viaggio sulle tracce di Catari e Bogomìli, eretici del Medioevo diffusi dai Balcani all’Occidente europeo. In lingua d’oc bogre (si legge bugre) significa bulgaro, ma da secoli la parola ha assunto il significato negativo di inetto, babbeo, di colui che maschera la verità. Dal XII secolo 'bogre' diventa un insulto diretto ai Catari d'Occitania, assimilati al movimento dei Bogomìli bulgari, da cui il catarismo occidentale deriva. Questo rapporto è la testimonianza di un Medioevo tutt’altro che buio e immobile, nel quale le idee viaggiavano da un capo all'altro dell'Europa. Fredo Valla da anni si occupa di documentari, di lingua e cultura occitana e di storia di Catari. L’idea del film nasce nel 2005 in Bulgaria dove, in occasione di alcune riprese per Pupi Avati, incontra Axinia Dzurova, studiosa di antichi testi slavi e glagolitici, che rivela per la prima volta le relazioni tra Bogomìli e Catari. In seguito tra il 2016 e il 2017, inizia il lavoro di scrittura per raccontare un’eresia che si era diffusa su tutto il continente europeo. 

Girato attraverso Bulgaria, Italia, Occitania, Bosnia e in cinque lingue (bulgaro, francese, occitano, italiano e bosniaco), il film ricostruisce le relazioni culturali e religiose tra i due movimenti. Storia di idee, di religioni, di incontri, di persone, di poteri, Bogre parte da una persecuzione dimenticata per fare luce sulle intolleranze del passato e del presente. Afferma il regista: “Il film si presenta come un evento anche a partire dalla durata, 200 minuti, in cui chiedo allo spettatore di essermi complice, di entrare con me nella bolla e abbandonarsi alle immagini e alle parole del racconto. Questa volta mi sono sentito libero: come i Catari e i Bogomili. Bogre è infatti un film sulla libertà di pensiero, sul diritto di scegliere, su un’idea di giustizia in opposizione ai poteri intolleranti. Le vicende di questi eretici trovano purtroppo un parallelo in storie a noi più vicine, come la Shoah, il genocidio armeno, l’intolleranza verso chi è diverso da noi e viene a “invadere” l’Occidente civilizzato. I bogre di oggi". 

Fredo Valla (1948) è documentarista, sceneggiatore e regista. Si è formato con Mario Brenta e Toni Di Gregorio a Ipotesi Cinema, scuola diretta da Ermanno Olmi, dove ha realizzato i primi documentari sui temi che affronterà in tutta la sua carriera (montagna, cultura occitana, guerra, religioni, questioni nazionali). Con Giorgio Diritti scrive “Il vento fa il suo giro”, finalista al David di Donatello del 2008 (e nominato nella categoria “migliore sceneggiatura”); “Un giorno devi andare”, presentato al Sundance Film Festival nel 2012, e l'anno successivo fonda “L'AURA, scuola di cinema di Ostana”. Negli stessi anni collabora con Pupi Avati alla realizzazione di documentari televisivi aventi come soggetto i paesi dell'Est dopo la fine del comunismo, le tradizioni popolari italiane, l'Europa sociale e le istituzioni culturali europee. Gli ultimi lavori sono “Più in alto delle nuvole”, dedicato all'impresa del primo trasvolatore delle Alpi Géo Chavez del 1910, e “Non ne parliamo di questa guerra”, dedicato ai disertori e agli ammutinamenti dei militari italiani durante la Grande Guerra. Nel 2019 è docente di sceneggiatura nei corsi di cinema della Fondazione Bellocchio. Fra il 2014 e il 2018 partecipa alla scrittura e sceneggiatura di “Volevo nascondermi”, regia di Giorgio Diritti, Nastro d’argento 2020, Orso d’Argento al Festival di Berlino.