CUNEO CRONACA - Lo scenario internazionale segnato dal balzo dei prezzi energetici sta pregiudicando l'attività produttiva mondiale. La pandemia prima, e ora il caro energia, lasciano il nostro Paese con un fardello di debito pubblico sul Pil appesantito di oltre 15 punti percentuali rispetto al periodo pre Covid. Il deterioramento del quadro economico trova un forte riscontro anche nelle aspettative delle imprese piemontesi.

L'indagine di previsione per il quarto trimestre 2022 realizzata da Confindustria Cuneo su un campione di circa 300 imprese esprime valutazioni in linea con quelle regionali, anche se, come ribadisce il direttore Giuliana Cirio, "l'economia provinciale reagisce sempre meglio alle avversità rispetto ad altri distretti". 

Tuttavia, nel manifatturiero, tutti gli indicatori anticipatori, ad accezione del saldo sull'occupazione, tornano negativi. A livello consuntivo si mantiene stabile il tasso di utilizzo delle risorse, a fronte di qualche difficoltà in più negli incassi e nella propensione ad investire. Nei servizi, il clima si mantiene ancora favorevole, sebbene più prudente rispetto a giugno. E' negativo solo il saldo sugli ordini totali, con qualche segnale di risalita del ricorso alla Cig (a livello fisiologico) e dei ritardi negli incassi, mentre recuperano qualche punto le prospettive di investimento.

In particolare, nel settore meccanico e dell'estrazione di minerali non metalliferi il clima di fiducia si indebolisce fortemente e anche nel settore chimico e gomma-plastica le aspettative delle imprese si raffreddano. Tiene il sentiment nella cartaria-grafica e si assestano le attese nell'edilizia. Permangono difficoltà nelle manifatturiere varie.

Durante la presentazione dei dati, è intervenuto sul tema del Pnrr anche il neo presidente della Provincia Luca Rolbado: "Come sindaco di Mondovì e come presidente della Provincia, ritengo che un adeguamento, rispetto a quello che è il costo dei materiali, sia necessario. Tutto ciò si riverbera infatti sul mondo dell'edilizia".