Il tessuto produttivo artigiano rappresenta una realtà nodale in provincia di Cuneo, che archivia il 2019 come l’ottavo anno consecutivo in cui il numero di imprese che ha cessato la propria attività è superiore a quello delle realtà imprenditoriali di nuova creazione. Il tasso di crescita evidenziato nel corso dell’anno è pari al -0,99% rispetto al -1,0% registrato nel 2018. La dinamica del comparto artigiano cuneese è meno positiva rispetto al trend del Piemonte (-0,51%) e a quella italiana (-0,58%), in un contesto caratterizzato da una contrazione dell’intero tessuto imprenditoriale locale che ha visto chiudere il 2019 con un tasso di crescita del -0,91%.

Nel periodo 1° gennaio - 31 dicembre 2019, il registro imprese della Camera di commercio di Cuneo ha accolto l’iscrizione di 1205 iniziative imprenditoriali a carattere artigiano (nel 2018 erano 1082) a fronte delle 1379 chiusure di attività preesistenti, al netto delle cessazioni d’ufficio (nel 2018 erano 1261). Il saldo tra i due flussi è negativo per 174 unità, in rapporto alle 179 perse nel corso del 2018. Al 31 dicembre 2019 sono 17.443 le imprese artigiane registrate nella provincia Granda, ovvero il 26% delle 67.345 attività con sede legale sul territorio provinciale. L’incidenza della componente artigiana è superiore a quella rilevata a livello nazionale (21%) e di poco inferiore rispetto alla media piemontese (27%). Considerate le localizzazioni (sedi di impresa e unità locali) la consistenza del tessuto artigiano sale a 19.676 unità.

"La diminuzione del tessuto artigiano provinciale, che prosegue da quasi un decennio, è emblematica della strutturale fragilità di queste imprese le cui ridotte dimensioni rappresentano il tratto caratteristico del tessuto economico provinciale – sottolinea il presidente Ferruccio Dardanello -. Un ruolo importante per rilanciare questo settore può essere giocato dal sistema camerale, non solo attraverso le tante iniziative di accompagnamento e diffusione dell’innovazione, ma grazie alle nuove competenze, anche con progetti di orientamento al lavoro e alle professioni, volti a rivalutare il ruolo del lavoro manuale per ridare agli imprenditori fiducia e prospettive di consolidamento e di crescita".

Dall’analisi del tessuto imprenditoriale per classe di natura giuridica, si evince che il 74,3% delle imprese artigiane sono organizzate sotto la veste di ditta individuale, il 19,8 % di società di persone, il 5,7% di società di capitale. Per quanto concerne la dinamica, le società di capitale hanno realizzato una crescita del 2,10%. Le forme meno strutturate, società di persone e ditte individuali, registrano un tasso di crescita negativo rispettivamente del -1,78% e del -0,98%. Le altre forme, categoria all’interno della quale sono presenti anche le cooperative e i consorzi, registrano una performance negativa del -8,82%.

Sotto il profilo della ripartizione settoriale, il comparto agricolo evidenzia la performance migliore con un tasso annuo di variazione dello stock del +7,54%. Di segno positivo anche gli altri servizi (+0,71%) che con le costruzioni rappresentano i due principali comparti in cui operano le imprese artigiane cuneesi, rispettivamente con il 24,5% e il 41,1%. Le costruzioni e il turismo manifestano le difficoltà maggiori, soffrendo di cali del -1,81% e del -1,74%. Anche il comparto dell’industria in senso stretto registra una sofferenza del -1,73%. Tasso di variazione di segno meno anche per le attività legate al commercio (-0,77%).