GUIDO CHIESA - Ormai tutti parlano di “terza ondata”. Anche quelli che davano del terrorista al prof. Ricciardi che aveva avuto l’ardire di chiedere un lockdown duro per prevenirne gli effetti.

 

Pochi però si azzardano a fare previsioni. Vuoi per il timore di essere smentiti, vuoi perché è difficilissimo prevedere gli effetti dei vari lockdown a colori assortiti, applicati con precisione chirurgica (si fa per dire).

 

Noi, che non abbiamo alcuna responsabilità e che possediamo solo alcune modeste capacità matematiche, possiamo tuttavia tentare di anticipare alcuni numeri.

 

Poiché ci vogliono una quindicina di giorni affinché le misure adottate lunedì 1 marzo inizino a dispiegare tutti i loro effetti, non commetteremmo un grave errore nell’ipotizzare che il trend degli ultimi 7 giorni prosegua per le prossime due settimane. Con questa ipotesi…

 

I nuovi contagi in Italia, che nei 7 giorni dal 25 febbraio al 3 marzo sono saliti di 127.710 casi, arriverebbero a crescere di altri 197.000 circa nei 7 giorni dal 7 al 14 marzo, con un incremento medio giornaliero di oltre 28.000 nuovi casi. Il picco giornaliero atteso arriverebbe a circa 32.000 nuovi contagi.

 

In Piemonte i nuovi contagi, che nello stesso periodo sono saliti di 9.371 casi, crescerebbero nei giorni dal 7 al 14 marzo di circa 16.700, con un incremento medio giornaliero di 2.400 nuovi contagi. Il picco giornaliero atteso sarebbe di oltre 2.900 nuovi casi. Il limite di 250 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti, in 7 giorni, sarebbe quindi superato nella giornata di sabato 6 marzo.

 

In provincia di Cuneo (con i suoi circa 585 mila abitanti) i nuovi contagi, che nei 7 giorni dal 25 febbraio al 3 marzo sono saliti di 1.236 casi, crescerebbero, sempre nei 7 giorni dal 7 al 14 marzo, di circa 2400 casi, con un incremento medio giornaliero di 340 nuovi contagi. Il picco giornaliero atteso sarebbe di oltre 420 casi. Anche in questo caso i 250 nuovi contagi ogni 100.000 abitanti in 7 giorni sarebbero superati sabato 6 marzo.

 

I numeri sopra riportati molto simili a quelli della fase ascendente della seconda ondata. L’elemento che potrebbe leggermente mitigare l’impatto di questa nuova ondata è l’avvicinarsi della primavera, che ci porta a passare più tempo all’aperto.

 

L’altro elemento che fa sperare in effetti meno pesanti di questa ondata rispetto alla precedente, in termini di occupazione di letti di terapia intensiva, è l’incremento del numero delle persone immunizzate per la vaccinazione delle persone a rischio. Fattore questo ancora più importante agli effetti dei decessi che hanno un sistematico ritardo rispetto ai contagi di due o tre settimane, durante le quali dovrebbe aumentare in maniera significativa il numero di persone a rischio alle quali sarà stato somministrato il vaccino.

 

Guido Chiesa