CUNEO CRONACA - L'occupazione sarà il tema più complesso dell'autunno. Il lavoro è debole, a maggio gli occupati sono calati ancora, ma la ricerca attiva di lavoro ha iniziato a risalire. Difficile prevedere cosa succederà: i numeri non possono ancora fare i conti con il blocco dei licenziamenti unitamente al rinnovo della Cig, ai massimi storici a causa del Covid-19.

La situazione economico congiunturale in provincia di Cuneo descritta da Confindustria Cuneo nella prima conferenza stampa post Covid, fa emergere una vera instabilità che si legge in maniera particolare, oltre che nei numeri, nel sentiment degli imprenditori cuneesi intervistati a giugno, proprio nel momento di maggiore incertezza economica.

E' inevitabile che in provincia di Cuneo ora si registrino numeri negativi in tutti i settori. Nonostante un rimbalzo, la domanda interna è molto fredda. La parte più complicata è quella della durata degli ordinativi, si lavora quasi a vista all'interno dei 30 giorni. C'è una contrazione della marginalità in tutti i settori. 

Le aziende di tutti i settori e di tutte le dimensioni si aspettano un picco negativo della produzione industriale (saldo pessimisti-ottimisti -27,6). L'utilizzo degli impianti è di quasi 10 punti inferiore al dato normale. La redditività in picchiata considera anche le spese non preventivate per i DPI che peseranno sul bilancio.

Salgono le segnalazioni di ritardi negli incassi, anche se la nostra provincia risulta ancora virtuosa. "Non è più la pubblica amministrazione che preoccupa, ma le insolvenze dei privati", commenta Confindustria. Gli investimenti ristagnano, ma le risorse del Recovery Fund in arrivo andranno ad incentivare gli investimenti in innovazione e sviluppo.

Nel grafico mostrato da Confindustria i dati relativi alla Cig che vedono la provincia di Cuneo in una posizione meno peggiore rispetto alle altre realtà regionali.