CUNEO CRONACA - Un incontro denso di testimonianze ed emozioni ha inaugurato, in occasione dell’anniversario della seconda deportazione dal Campo di Borgo San Dalmazzo, la mostra “Tracce di Memoria - Carte di un viaggio nella Shoah” voluta e coordinata dal direttore dell’Archivio di Stato di Cuneo, la dott.ssa Annamaria Aimone, per ricostruire il racconto di un tratto indelebile della storia della comunità cuneese, il buio della Shoah, attraverso il percorso dei documenti del fondo Questura di Cuneo, donati all’Archivio di Stato della città, e l’intreccio di alcuni di questi con la storia personale di Giulio Segre, nato e cresciuto a Saluzzo, di solo sette anni nei primi giorni del dicembre 1943 quando cominciò la retata degli ebrei della provincia. 

I testi delle “carte ufficiali”, oltre 30 documenti collocabili dal 1938 al 1945, restituiscono direttamente le parole che hanno ordinato la persecuzione sistematica di un gruppo di cittadini e testimoniano come lo Stato si sia reso protagonista dell’azione di persecuzione di parte della sua comunità: ordini di arresto trasmessi da ufficio a ufficio e firmati da pubblici impiegati, verbali di oggetti requisiti e di case sequestrate, stati di famiglia, elenchi di nomi e cognomi corredati da dati personali. La mostra è arricchita dalle circolari provenienti dall’Archivio scolastico dell’Istituto Comprensivo di Cuneo Corso Soleri, che permettono di toccare con mano quanto anche il mondo della scuola sia stato interessato dalla grande macchina di controllo ed emarginazione dei cittadini ebrei. 

Nei documenti provenienti dalla Questura di Cuneo trova esatta corrispondenza il percorso della famiglia Segre, di cui Giulio Segre è stato un prezioso testimone nel libro di memorie “Don Cirillo e il nipotino”.  I documenti registrano le indagini sulla condizione razziale del piccolo Giulio, battezzato ma figlio di un ebreo, e le ricerche presso il domicilio di Saluzzo, in via Savigliano n. 30, cui seguivano verbali di irreperibilità, si compilavano in duplice copia elenchi minuziosi dei beni da sequestrare e si decideva come affidare in affitto a nuovi richiedenti l’alloggio lasciato vuoto dai fuggiaschi. L’ascolto di alcune letture tratte dalle pagine del libro di memorie “Don Cirillo e il nipotino” accompagna la visione dei documenti esposti: inquadrando con lo smartphone i qr code accanto ai documenti i visitatori possono ascoltare la testimonianza affidata alla voce degli attori Elisabetta Baro, Franco Carapelle e Claudio del Toro della Compagnia Teatro e Società.

Alla conferenza inaugurale sono intervenuti per i saluti istituzionali Patrizia Manasseo Sindaca Comune di Cuneo, Cristina Clerico Assessora Cultura Comune di Cuneo, Michela Galvano Assessora alla Comune di Borgo San Dalmazzo che hanno patrocinato l’evento insieme al Consiglio Regionale del Piemonte e FAI Delegazione di Cuneo. «In un momento storico in cui la memoria diretta di quei fatti sta sparendo – ha affermato Patrizia Manasseo - abbiamo il bisogno di mantenere vivo il ricordo di ciò che è stato, per affrontare con maggior consapevolezza le difficoltà del momento attuale. Per questo è importantissimo che l’Archivio  si apra e che le sue carte raccontino, come in questa mostra, le storie personali anche quando sono dolorose».

«L’esposizione realizzata grazie all’impegno dei colleghi dell’Archivio di Stato e alle insegnanti dell’Istituto Comprensivo Soleri che ringrazio – spiega Annamaria Aimone – ha voluto restituire alla cittadinanza documenti di particolare rilievo storico e culturale, e al contempo valorizzare il patrimonio storico-culturale custodito presso l'Archivio di Stato di Cuneo. Questa prima iniziativa, dopo la recente riapertura dell’Archivio di Stato, inaugura una modalità di collaborazione con istituzioni e istituti del territorio che si è rivelata molto proficua e che intendo proseguire in futuro». «Abbiamo accolto con entusiasmo la possibilità offerta dall’Archivio di Stato di contribuire all’iniziativa – ha spiegato Aurora Zitano, Dirigente Istituto Comprensivo Cuneo Corso Soleri - consapevoli dell’importanza che la memoria storica ha per i ragazzi. Non dimenticare quello che è accaduto a pochi passi dalla loro casa o dalla loro scuola, imparare a conoscere, approfondire, riflettere sull’importanza dei diritti conquistati e acquisti fa parte di quel bagaglio culturale e personale che li aiuterà a capire e interpretare il presente».

Con molta emozione Enrica Segre, figlia di Giulio Segre ha raccontato la scoperta dei documenti conservati all’Archivio di stato che testimoniamo la persecuzione della sua famiglia, i controlli e i sopralluoghi in via Savigliano 30 a Saluzzo, la cattura di altri suoi familiari poi deportati e non tornati. Ha ricordato anche chi ha saputo aiutare e salvare e l’importanza, come le ha chiesto il padre, di raccontare e rendere parte tutti di quello ciò che è stato.

L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea di Cuneo, che curerà le visite guidate per le scuole disponibili dal 22 febbraio al 3 marzo, introdotta dal direttore Pierluigi GARELLI, con MEMO4345 per cui è intervenuto il coordinatore Roberto Bianco e con Artefacta Beni Culturali rappresentata da Maria Cristina COLLI. 

La mostra è visitabile con ingresso gratuito fino al 3 marzo 
• dal lunedì al venerdì in orario 9.00 - 15.00
esclusivamente su prenotazione all’e- mail: as-cn@cultura.gov.it

Sono previste visite guidate per le SCUOLE dal 22 febbraio al 3 marzo - orario 9.00-13.00 - in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea di Cuneo su prenotazione (tel. 339 6076861).  

INFO: archiviodistatocuneo.cultura.gov.it/