Negli ultimi dieci anni in Italia i cinghiali sono più che raddoppiati, salendo a 2 milioni. Nella dorsale appenninica le popolazioni di questi ungulati raggiungerebbe una concentrazione media di un animale ogni cinque abitanti. Inoltre, ci sarebbero diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici, con 13 morti nei primi nove mesi del 2019 contro gli 11 registrati in tutto l’anno precedente.

Non è mai stato così alto l’allarme, lo dice anche la stima di Coldiretti su dati Regioni e Osservatorio Asaps in occasione del blitz di agricoltori, allevatori e pastori, provenienti anche dalla provincia di Cuneo, in Piazza Montecitorio a Roma per manifestare contro l’invasione dei cinghiali e degli altri animali selvatici che distruggono i raccolti agricoli, sterminano greggi, assediano stalle, causano incidenti stradali nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani.

Alla grande manifestazione ha preso parte anche Coldiretti Piemonte con il suo presidente regionale, Roberto Moncalvo ed il delegato confederale, Bruno Rivarossa, insieme a tutti i presidenti e i direttori provinciali. Schierati esponenti delle istituzioni, sindaci con i gonfaloni e i rappresentanti dei sindacati, Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, dell’ambientalismo e delle associazioni dei consumatori come Symbola, Terranostra, Federparchi, Federconsumatori, Codacons, Adusbef, Centro Consumatori Italia, Apab e Legambiente.

L’obiettivo della grande protesta in corso nella capitale è denunciare un'emergenza nazionale che sta provocando l’abbandono delle aree interne, problemi sociali, economici e ambientali con inevitabili riflessi sul paesaggio e sulle produzioni con le incursioni dei cinghiali che sono arrivati anche all’interno delle città minacciando la sicurezza delle persone. In Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7.000 incidenti causati dalla fauna selvatica con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare. Ancora quest’estate si sono verificati incidenti mortali, come quello di agosto sulla tangenziale di Alba, in provincia di Cuneo, e non più tardi di qualche anno fa un cinghiale era stato avvistato nel centro di Torino.

Sulla questione sono intervenuti anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, insieme all'assessore alle Foreste Fabio Carosso e all’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa, dichiarando: "Dopo l’insediamento della nostra giunta abbiamo da subito affrontato seriamente il problema del contenimento degli ungulati, con una delibera che prevede, per situazioni straordinarie, lo snellimento delle procedure riguardanti le tecniche e i mezzi per il controllo dei cinghiali, con l’ausilio dei cani limieri. Abbiamo poi promosso degli incontri con i prefetti delle province piemontesi, che sono le massime autorità in materia di sicurezza e ordine pubblico, per valutare l’entità del fenomeno ungulati ed allo stesso tempo individuare procedure operative in stato di emergenza".

"A seguito delle riunioni con i rappresentati delle amministrazioni provinciali - proseguono - sono state proposte una serie di interventi per rendere più efficace la caccia di selezione, mentre si sta anche concretizzando un tavolo di lavoro tecnico composto dalle Province e dai tecnici degli Ambiti territoriali di caccia e Comprensori alpini. Sul fronte invece della cosiddetta caccia programmata, si sta valutando l’adozione di specifici protocolli di attivazione in aree critiche. Con le Prefetture e le Province, si è inoltre deciso di procedere ad un monitoraggio per l’esatta localizzazione dei sinistri stradali da fauna selvatica, che prevede anche il coinvolgimento delle forze dell’ordine, per verificare il numero di incidenti con relativa mappatura. A breve verrà convocato anche un incontro da parte del prefetto di Torino con l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, per armonizzare le procedure autorizzative in questa specifica situazione d’emergenza".

"Infine - concludono - è in corso di presentazione alla Commissione politiche agricole della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, la proposta di modifica dell’articolo 19 della Legge 157/92 per consentire l’ampliamento dei soggetti autorizzati alle azioni di controllo, che andrebbero così a supportare il personale faunistico venatorio già attivo sul territorio. Insomma il problema è molto sentito in Piemonte, dove abbiamo intrapreso tutto quanto consentito dalle leggi nazionali. La realtà è che servono dei cambiamenti di normativa a livello centrale. In questo senso, come Regione, siamo disponibili a farci promotori di un tavolo nazionale da convocare urgentemente, dove, nel rispetto di tutti, si trovino le soluzioni più efficaci per il contenimento della fauna selvatica".

Ha infine dichiarato il presidente regionale di Coldiretti Roberto Moncalvo: "L’eccessiva presenza dei selvatici rappresenta un rischio per il nostro agroalimentare e mette in seria difficoltà l’attività delle imprese. Serve responsabilità nella difesa degli allevamenti, dei pastori e allevatori che, con coraggio, continuano a presidiare anche i territori più isolati e a garantire la bellezza del paesaggio e il futuro del Made in Cuneo. La tutela dell’ambiente non deve farci dimenticare la sicurezza stradale, per questo serve agire con tempestività, specificatamente nelle aree collinari e montane, dove l'agricoltura è più difficoltosa, in cui si sono già persi oltre il 50% delle superfici coltivabili a causa proprio dei selvatici”.

(Foto pervenute da Coldiretti Piemonte e Coldiretti Cuneo)