GUIDO CHIESA - Ci è giunta alle orecchie la voce che sarebbero in corso trattative tra il gruppo Gavio e l’Anas per risolvere l’annosa questione della A33 Asti-Cuneo.

 

In realtà più che di confronto informale si tratterebbe di una normale collaborazione tra soci, essendo uno il socio di maggioranza (65%) e l’altro il socio di minoranza (35%) della Società Concessionaria. La particolarità sta piuttosto nel fatto che l’Anas ricopre anche il ruolo di Concedente e che quindi si tratterrebbe, nei fatti, di collaborazione tra lo Stato e il gruppo Gavio, che non dovrebbero, teoricamente, stare dalla stessa parte del tavolo. Tuttavia, a questo punto, è opinione diffusa che i cuneesi sarebbero disposti a tutto purché si arrivasse ad una conclusione di questa poco commendevole storia dell'autostrada "incompiuta".

 

I punti sui quali potrebbe essere in corso un ragionamento sono ben noti:

1) come far quadrare i conti di un Piano Economico Finanziario che per incremento dei costi e riduzione delle entrate non sta più in piedi;

2) come trovare le risorse necessarie per concludere i lavori. Risorse il cui totale aumenta di giorno in giorno dato che le banche sino a qui che hanno finanziato le opere sicuramente non smetteranno di chiedere gli interessi sulle somme erogate.

 

Sulla riduzione delle entrate non c’è più nessuno che abbia dubbi: le previsioni del traffico del progetto iniziale risultano ora ampiamente sovrastimate, e neppure il completamento delle opere porterà a incrementi tali da far quadrare i conti. Né si potranno aumentare i pedaggi al punto tale da mandare completamente fuori mercato l’intera autostrada.

 

Risultando impercorribile la via dell’incremento delle entrate, la soluzione perseguita per contrarre l’aumento dei costi è stata sinora quella di cancellare le gallerie – giustificata da ipotetiche difficoltà di realizzazione - e di trovare un nuovo tracciato all’aperto per i primi 4 km del lotto mancante. (L’ipotesi di declassare l’autostrada a superstrada è probabile non sia stata neppure considerata dall’Anas forse per mancanza di fantasia, ma soprattutto perché il Governo, piuttosto che per questo investimento, probabilmente preferisce impegnarsi per trovare i fondi per il Banco Popolare di Bari, l’Alitalia, il bilancio del Comune di Roma, ecc. Né d’altro canto è interesse di Gavio ridurre il suo peso sul mercato delle concessioni. Men che meno si potrebbe poi parlare di riappalto delle opere perché il confronto con il mercato lederebbe gli interessi delle società che a suo tempo si sono aggiudicate i lavori)

 

La soluzione all’aperto non deve tuttavia essersi rivelata così semplice come a prima vista poteva sembrare: il nuovo progetto impatta pesantemente sul paesaggio, dovrebbe passare al vaglio della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e ripercorrere il processo autorizzativo, con la conseguente perdita di tempo e incremento degli interessi passivi di costruzione. Inoltre non correrebbe su un terreno nelle migliori condizioni dal punto di vista geologico e idraulico, creando incertezze sulla fattibilità e sui reali costi di realizzazione.

 

 

Sul tema di come reperire le risorse necessarie per concludere i lavori ha probabilmente impattato la discussione sul regime delle concessioni delle autostrade, ritenuto ormai dall’opinione pubblica "spudoratamente" favorevole ai concessionari. Balzato alla ribalta della cronaca per effetto della vicenda del ponte Morandi, delle mancate manutenzioni e dei mancati controlli, nonché dalla constatazione che l’incremento dei pedaggi è andato negli anni ben oltre l’incremento del costo della vita. Sia la soluzione Delrio, sia la soluzione Toninelli, al di là della disputa politica su quale sia la migliore, apparirebbero entrambe un sostanzioso regalo a concessionari nazionali che hanno già goduto di una rendita di posizione non più compatibile con la situazione generale del Paese.

 

Meglio quindi attendere che si plachino le polemiche sulle concessioni….

 

Forse lo scenario descritto è pura illazione, ma intanto, nonostante le roboanti dichiarazioni dei maggiorenti locali, Cuneo, non più paziente, attende ancora. Poco fiduciosa.

 

Guido Chiesa