GUIDO CHIESA - Dato che il Governo non aveva la minima intenzione di stanziare 200 milioni/anno per 3 anni per completare la A33 Asti-Cuneo (clicca QUI per la prima puntata), sono iniziate le grandi manovre per cercare una via d’uscita. Che consentisse, da un lato, di ridurre la spesa; dall’altro, di ottenere il via libera da parte dell’Europa ad una remunerazione extra contrattuale al Concessionario.

 

Il primo filone ha portato a ipotizzare la sostituzione del tratto in galleria dei primi 3,2 km degli 8 mancanti con una soluzione all’aperto ai piedi della collina di Verduno. Probabilmente in sopraelevata. Il secondo ha portato a ragionare sulle scadenze della concessione del gruppo Gavio sulla autostrada A4 Torino-Milano.

 

La soluzione in galleria prevedeva la realizzazione di due tunnel paralleli, a 2 corsie per ogni senso di marcia più una terza corsia di emergenza, collegati tra loro da cunicoli di sicurezza. Una soluzione nel rispetto delle norme e degli standard di sicurezza, adottata per evitare di superare una zona all’aperto fortemente edificata - con i conseguenti problemi di esproprio – e su terreni di non buona qualità. Che inoltre avrebbe consentito di non andare ad impattare sul paesaggio della collina di Verduno già compromesso dalla realizzazione dell’Ospedale di Alba e Bra e dalla relativa viabilità di accesso. Elementi questi passati in secondo piano nella ricerca di una soluzione di minor costo. Con il tacito consenso da parte di associazioni ambientaliste della provincia.

 

Purtroppo, a tutt’oggi non è ancora stato reso di pubblico dominio il progetto delle opere all’aperto. Non sono stati eseguiti gli espropri, non è ancora stata eseguita la Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), né tantomeno ottenuta la relativa autorizzazione. Non è dato sapere quando tutto questo iter potrà essere terminato, né quanto verrà a costare. Si parla di risparmi per centinaia di milioni, ma il confronto reale potrà essere effettuato solo quando si avrà un preventivo di costo con la stessa definizione del progetto esecutivo che includeva le gallerie.

 

L’ostacolo dell’autorizzazione dell’Unione Europea a un finanziamento extracontrattuale al Gruppo Gavio sembrava essere stato superato grazie all’azione dell’allora ministro Delrio, che nel 2017-2018, aveva ottenuto l’ok al “cross-financing” delle opere: il Gruppo Gavio avrebbe avuto 4 anni di proroga per la A4 Torino-Milano (dal 31/12/2026 a fine 2030), con anche aumenti tariffari annuali pari (al massimo) all’inflazione, più lo 0,5%, in cambio dell’obbligo a finanziare i supposti 350 milioni mancanti alla Asti-Cuneo.

 

Purtroppo la fine della legislatura ha giocato un brutto scherzo ai cuneesi: il ministro Toninelli ha infatti cancellato la soluzione Delrio per sostituirla con una soluzione che poneva comunque a carico del Gruppo Gavio il completamento dell’opera, ma in cambio dell’aumento del valore di subentro, ossia della cifra che il Concessionario subentrante avrebbe dovuto pagare al Gruppo Gavio dopo la gara prevista per il 2026 per la nuova concessione della Torino-Milano. Nell’eventualità che fosse ancora Gavio a vincere la gara, era previsto che avesse diritto a considerare tale valore di subentro come investimento da ammortizzare in tariffa nel futuro piano economico-finanziario (piano che tuttavia non risulta abbia ancora ottenuto l’approvazione della Commissione Europea).

 

Su questo punto il Governo pare trovarsi in una situazione di stallo, ossia non aver ancora deciso quale dei due piani adottare. Probabilmente perché ciascuno dei due proponenti appartiene a uno dei due maggiori partiti di governo e nessuno dei due vuole cedere a favore dell’altro. Tant’è che l’Europa si è recentemente sentita in dovere di sollecitare una decisione in merito.

 

L’aggrovigliarsi di tutti questi problemi, di non facile soluzione, sta alla base della mancata partenza dei cantieri della A33. E, francamente, a poco sembrano valere le lamentazioni che si levano alte nei cieli della provincia e della Regione Piemonte. Al punto da far dire che, in un paese che bada al sodo e taglia con coraggio i nodi gordiani delle situazioni difficili, sarebbe forse più facile inseguire una soluzione che ponga fine alle incertezze e provi a rimediare, almeno parzialmente, agli errori commessi nel passato.

 

Di questa possibile soluzione parleremo nella prossima puntata.

 

Guido Chiesa

 

(2-continua)