CUNEO CRONACA - Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Così Cicerone l’8 novembre del 63 a.C. si rivolse al senato romano, per denunciare Catilina, che si accingeva a rovesciare la repubblica. Ora, al congiurato, ben si può sostituire Trump, reo di provocare la rivolta di neri e di ispanici con il suo dissennato comportamento, perdurante ormai dall’inizio del suo mandato.

Il popolo sovrano d’America – secondo i repubblicani solo i bianchi - con Trump al potere ha superato ogni limite, violato la costituzione, considerato neri ed ispanici sottopopolo. Ancora schiavi di fatto, alla mercé quotidiana di una polizia abituata a prevaricare, aggredire, uccidere, gettare a terra, soffocare, non soccorrere.

Obama, il primo presidente nero, pur appoggiato dalla maggioranza del congresso, non era riuscito ad unire le componenti della nazione, pur godendo tutte in modo uguale, fin dalla emanazione della costituzione, pari diritti e doveri. Si può anche addebitare ad Obama il disimpegno dell’America nel mondo, a tutto vantaggio di Russia e Cina. Proseguito da Trump, che intende abbandonare l’Europa, la Nato e l’intero occidente, iniziando con il ritiro delle truppe stanziate in Germania fin dalla costruzione del muro.

Trump ha tradito vergognosamente il popolo curdo, infangato il prestigio e l’onore dell’America e del suo esercito. Aveva ottenuto il loro appoggio - richiesto - nella guerra in Siria contro l’Isis, con le donne curde in prima linea.

Avevano accettato di combattere, per ottenere finalmente una patria, troppe volte sfuggita.  Ottenuta la vittoria, Trump li ha lasciati vigliaccamente al loro destino, accerchiati da Turchia, Siria e quanto resta dell’Isis. Il generale che aveva condotto le trattative si è dimesso dall’esercito, accusando il presidente di violare i patti e di infangare l’America.

Trump intende abbandonare tutti i teatri di guerra ed anche le posizioni economiche da sempre tutelate. Via dal pacifico, dal mar della Cina, lasciando il primo all’influenza cinese ed il secondo a quella russa, dimenticando i patti intercorsi con il Giappone. Via dall’organizzazione mondiale della sanità, accusata di essere faziosa a vantaggio della Cina. Via anche dagli accordi sul clima. Bada soltanto alla sua rielezione, convinto di poter continuare ad esercitare un potere assoluto, che si può così sintetizzare COSì: Trump uber alles.

Come Hitler a suo tempo, ma con la nazione spaccata, la coesione popolare distrutta, la polizia senza onore e rispetto dei cittadini, anche assassina in diversi casi, l’esercito in rivolta. Hitler pronunciava lo slogan in totale intesa con il popolo tedesco: insieme vollero la guerra e fino alla fine la proseguirono. Solo alcune irrilevanti minoranze, sfociate in sfortunati attentati, lo contestarono.

La Germania voleva dominare il mondo, sottometterlo, eliminare rom, zingari, ebrei, minoranze etniche, disabili, con il trionfo della razza bianca ariana. Non esistono invece diversità di “razza” ma di colore della pelle, stante l’unicità della “specie” umana.

L’America subisce ora di fatto un dittatore, che ha eliminato - per fortuna non fisicamente, come Stalin - gli avversari. Ha licenziato, come fossero commessi di magazzino, economisti, medici, generali, politici. Tutti quelli che non si sono piegati alle sue incredibili panzane, espresse su ogni campo dello scibile, utilizzando i media ed anche gli incappucciati del KKK, sono stati mandati a casa. È rimasto solo con i peggiori a sostenerlo ed a compiacerlo. Ha blandito i violenti ed i faziosi, le lobby delle armi, del petrolio, del grano, del carbone. Ha distrutto aree incontaminate dell’Alaska con il contestato oleodotto; altre per estrarre petrolio dagli scisti bituminosi. Ha ignorato il virus, ostentando platealmente, con estrema incoscienza, la non necessità delle mascherine, invitando ad utilizzare endovenose di disinfettante.

Morti ed infettati non lo preoccupano. Neppure le decine di milioni di disoccupati, che non riescono a vivere con le famiglie a carico. Poco gli importa, perché la maggioranza dei neri ed ispanici, ora in sofferenza, non lo aveva votato.

Dalla sua elezione ha tenuto un comportamento vicino alla demenza, con decisioni errate ed assurde avallate dai repubblicani in parlamento. Probabilmente, sarà la loro rovina politica. Quando il popolo assedia i palazzi del potere e costringe il presidente a rifugiarsi in un bunker, protetto da centinaia di agenti, non c’è scampo per l’assediato. Si rischia una rivoluzione, che solo l’esercito potrebbe evitare. Ma questa forza democratica che nel Sud America tante volte ha deciso gli assetti politici, non lo difenderà e non lo tutelerà. La vigliaccheria dimostrata con i Curdi si è riversata anche sull’incolpevole esercito. Al quale è stato ordinato il ritiro dalla zona delle operazioni. Generali, soldati e funzionari del pentagono non se ne sono dimenticati.

Appare difficile la continuazione del mandato, strizzando l’occhio a Putin e minacciando attacchi alla Cina. Essa non tollererà ingerenze  americane su Hong Kong e risponderà come a piazza Tienanmen. Si rischia addirittura un conflitto nucleare, se Trump ignorerà l’effettiva consistenza militare cinese, nonché la determinazione del suo leader, anch’egli monarca assoluto.

L’anziano e discusso -anche sotto il profilo del comportamento sessista- Biden, non pare capace a porsi come guida del partito democratico. L’America non ha attuato, a casa propria, la costituzione. Si è attribuita il compito di portare la democrazia nel mondo. Del quale era il gendarme a guardia del pericolo comunista ed in difesa della democrazia. A quest’ultima però non ha badato a casa propria. In quella altrui ha imposto tiranni, finanziato movimenti fascisti, difeso governanti sanguinari, distribuito aiuti che non hanno raggiunto i popoli ai quali erano destinati. Si sono fermati nelle tasche dei loro indegni rappresentanti. Anziché farina, zucchero, pasta, olio, macchinari, i tirannelli hanno acquistato armi per la loro difesa personale e poi per nuove guerre. In primo luogo, hanno provveduto a depositare parte del malloppo a Panama o in altri paradisi fiscali. Tutto ciò è sempre stato a piena conoscenza del donante, il popolo americano.

A novembre vi saranno le presidenziali ed in tale occasione, il popolo sovrano – tutto, bianco, nero ed ispanico - andrà alle urne. Non sarà facile, fino ad allora, governare l’America. Trump non potrà restare nel bunker presidenziale, protetto dalle guardie armate, circondato da cani feroci e difeso da armi letali, come ha più volte ricordato in questi giorni. Non potrà attendere che cessi la rabbia popolare per gli incredibili abusi e gli omicidi commessi dalla polizia. La rivolta -speriamo non in armi- è più che probabile. Non si può governare contro il popolo. 

Piercarlo Barale