GUIDO CHIESA - Il Decreto del Ministero della Salute 77/2022 a firma del ministro Roberto Speranza ha provveduto a definire i modelli e gli standard per lo sviluppo dell'Assistenza Territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

La Missione 6 del PNRR ha finanziato il potenziamento e la creazione di strutture e presidi territoriali (come le Case della Comunità e gli Ospedali di Comunità), il rafforzamento dell’assistenza domiciliare integrata (ADI), lo sviluppo della telemedicina e l’assistenza remota (con l’attivazione delle Centrali Operative Territoriali), e una più efficace integrazione con tutti i servizi socio-sanitari. 

C’è un progetto, ci sono i fondi. Che ne pensa il medico mio amico? Tutto bene?

“Non direi. Tralasciamo pure il fatto che gli obiettivi iniziali del PNRR sono stati ridimensionati a causa dell’aumento dei costi e dei tempi di attuazione. Il fatto è che non c’è neppure la certezza che saranno conseguiti gli obiettivi confermati.

Parliamo delle Case della Comunità, ossia di quelle strutture comunitarie accessibili nell’intero arco della giornata e prioritariamente destinate alla gestione dei percorsi di salute per le cronicità. Che dovrebbero anche lavorare in rete con le altre strutture dell’Assistenza Territoriale, ossia gli Ospedali di Comunità e le Centrali Operative Territoriali.

In Piemonte era previsto che la stipula di tutti i contratti per la realizzazione delle 82 Case della Comunità dovesse avvenire entro il 30 settembre 2023. Al 31 gennaio 2024 erano stati consegnati alle imprese i lavori di 22 Case, tra cui, in provincia di Cuneo, Dronero, Mondovì, Savigliano, Dogliani e Ceva.

Una volta completata la struttura, la Casa della Comunità dovrà essere dotata delle apparecchiature tecnologiche di base per la diagnostica ed è previsto che in essa operi un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri e che possa ospitare anche assistenti sociali. 

In Piemonte la definizione del profilo funzionale e organizzativo delle Case della Comunità era compito delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) di appartenenza, con scadenza il 30 giugno 2023. L’applicazione di tale profilo funzionale e organizzativo è prevista entro il 31 gennaio 2026, ma la Regione stessa sottolinea che: “il raggiungimento di questo obiettivo è direttamente correlato alla disponibilità delle risorse umane e professionali necessarie per l’adeguamento agli standard organizzativi previsti dal DM 77/2022.”

Qui infatti sta il punto: non c’è alcuna certezza che le nuove strutture siano attrezzate delle strutture tecnologiche necessarie, ma ancor di più nessuna certezza che ci siano i componenti del team multidisciplinare e che, se presenti, accettino di andare a lavorare in quelle strutture. In altre parole c’è il rischio che le strutture appena completate rimangano vuote o inoperanti.

Come il governo intenda risolvere la questione del personale con cui far funzionare le Case della Comunità non è dato sapere. Una soluzione sarebbe intanto elevare l’importo delle borse di studio per la specialità in Medicina Generale portandolo al livello delle altre specializzazioni, in modo da rendere più appetibile la specializzazione in Medicina Generale. Una seconda soluzione sarebbe quella di sostituire progressivamente i medici che andranno in pensione con giovani disposti ad andare a lavorare nelle Case della Comunità come dipendenti diretti del SSN.

Non è neppure dato sapere come, e se, ciascuna ASL piemontese intenda rispettare gli elevati standard organizzativi fissati dal DM 77/2022. Sarebbe comunque auspicabile che ciascuna ASL potesse disporre dei fondi necessari per dotare le principali Case della Comunità, oltre al resto, anche del personale amministrativo di segreteria e di infermeria cui delegare buona parte del lavoro burocratico (mail, ricette, inserimento degli esiti degli esami e dei referti nella cartella clinica, rinnovo dei piani terapeutici ecc.), nonché la gestione delle telefonate durante le ore di ambulatorio. Il tutto allo scopo di consentire ai MMG/PLS di restituire loro il ruolo che loro spetta, ossia di disporre di più tempo ed energie da investire nella clinica: visite in studio e a domicilio.

Sarebbe inoltre auspicabile che fossero messi a disposizione delle ASL fondi per remunerare prestazioni straordinarie volte a garantire agli assistiti un servizio di qualità, come, ad esempio, la continuità assistenziale, per prestazioni non differibili, in caso di assenza temporanea di un componente del team multidisciplinare, ovvero l’apertura di uno degli studi associati alla Casa della Comunità nel pomeriggio sino almeno alle 19, e l’attività ambulatoriale di uno degli studi il venerdì pomeriggio e il lunedì mattina, nonché incentivi per gli operatori che vadano ad operare in aree disagiate e disagiatissime".

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(continua)

Guido Chiesa