PIERCARLO BARALE - Abbiamo letto la notizia di una rapina e di un furto avvenuti quasi contestualmente sui treni della linea Torino-Cuneo, tra le stazioni di Fossano e Savigliano. Gi autori - rintracciati e denunciati dai carabinieri - per ambedue i casi, sarebbero giovani marocchini residenti in zona.

Hanno agito in tre, circondando le vittime prima di aggredirle. Preoccupa la rapina al quarantenne, al quale - ribellatosi - è stato fratturato il naso sull'intercity Torino-Savona.

Al viaggiatore torinese è pure stato fatto sbattere il capo a terra, costringendolo a ricorrere alle cure dell'ospedale di Savigliano, con permanenza in osservazione per tutta la notte. I tre diciannovenni, denunciati per rapina aggravata in concorso, non sono stati arrestati, perchè rintracciati e fermati non nell'immediatezza dei fatti.

Se la sono cavata, senza passare qualche ora in stato d'arresto, in attesa di un processo che - viste le statistiche - darà loro poco fastidio.

Male che vada, resteranno in carcere - in media - un anno, se saranno condannati. Se incensurati, neppure quello. Il giorno successivo, un altro terzetto di ragazzi marocchini - uno di 14 anni, l'altro di 17 e l'altro di 20 - residenti in zona, ha derubato una giovane universitaria saviglianese, dopo averla circondata: sul Torino-Cuneo, gremito di passeggeri.

Essere rapinati, picchiati o derubati sul treno di casa, frequentato giornalmente per lavoro o studio non è una cosa normale ed accettabile.

Sono molti i pendolari che frequentano le linee locali, in particolare la Torino-Cuneo e la Torino-Savona. Fino a pochi anni orsono si viaggiava in piena tranquillità: magistrati, avvocati, professionisti, lavoratori di ogni settore, studenti universitari o delle scuole superiori - questi ultimi per le tratte intermedie - leggendo il giornale o un libro - oppure chiacchierando amabilmente con i compagni, spesso non solo occasionali.

Piano piano, le carrozze sono state prese d'assalto da ragazzini non solo extracomunitari, carenti di rispetto per gli altri viaggiatori, dimentichi dell'obbligo di pagare il biglietto.

Dalla sfrontatezza si è passati all'arroganza ed agli insulti verso viaggiatori e pendolari, senza riguardo per il personale delle ferrovie. Dalle minacce si è passati agli insulti ed ora alle botte. Ciò che hanno fatto al pendolare torinese si chiama rapina aggravata.

In Francia, negli Usa, così come in Romania ed Albania, ed anche in Marocco, i responsabili catturati dopo i fatti sarebbero stati portati in carcere, poichè il concetto di flagranza come immediatezza temporale - tanto caro ai giuristi e penalisti nostrani - non è condiviso da altre legislazioni penali.

In Francia due ragazzi piemontesi, sorpresi - qualche anno fa - ad incendiare una siepe - per stupidità - sono stati arrestati e processati, condannati e trattenuti in galera in espiazione della pena irrogata - mi pare di un paio d'anni senza condizionale - finchè le buone relazioni con i nostri vicini hanno consentito la loro anticipata liberazione. Fosse successo da noi, i due incendiari, disponendo di abili difensori, non avrebbero avuto conseguenze negative sulla libertà personale.

Ci sono tre gradi di giudizio, oltre alla Corte Europea, sospensione condizionale concessa anche per reati gravi, in attesa della definitività della condanna, spesso vanificata dalla prescrizione e poi da condoni, amnistie, depenalizzazioni, misure alternative alla detenzione.

I ragazzi che delinquono, se minori, usufruiscono di una legislazione d'avanguardia, mirante al recupero ed al reinserimento - sperati - nel contesto sociale. Sulla carta tutto ciò significa attenzione estrema per gli errori di chi, quasi sempre, non ha avuto educazione ai sentimenti ed al rispetto dei valori fondanti della società.

Il dilagare della delinquenza minorile, conseguente anche alla quasi sparizione della famiglia come cardine ed esempio, richiede correzioni alle modalità repressive - di fatto quasi inesistenti - finora seguite.

Senza effettività ed immediatezza della pena non c'è - in chi delinque, alcun timore di essere identificato, processato, condannato. Tanto, non si va in carcere, se minori. Se maggiorenni - ben difesi - difficilmente si va, a meno che, arrestati in flagranza, siano trattenuti qualche giorno.

Delinquere in Italia è molto meno rischioso che in Marocco dove questi ragazzini non sarebbero rilasciati, consentendo di fatto di reiterare i reati.

Pare impossibile che intere tratte ferroviarie del nostro caro vecchio Piemonte siano di fatto in balia di delinquentelli arroganti ed impuniti. Il viaggio in treno, un tempo piacevole intervallo per raggiungere il capoluogo regionale con la certezza della sicurezza non solo del mezzo, ma della propria incolumità, è diventato un quasi incubo.

Alle ragazze i genitori raccomandano di non sedersi vicino a ragazzini o uomini che paiono poco rassicuranti. Di evitare carrozze semivuote; mai l'ultima; di tenere d'occhio il controllore, per cercare aiuto se in pericolo; di sedersi in gruppo con conoscenti o pendolari.

E' ridicolo, se non forse tragico, che pochi delinquenti e troppi delinquentelli tengano in scacco una intera popolazione, rendendo insicuri e sgraditi percorsi che, dall'introduzione delle linee ferroviarie, hanno rappresentato tranquillità, sicurezza ed anche divertimento.

Raggiunta Torino, occorre tenere stretta la borsa, evitare certe strade, sempre guardinghi. Fra nullafacenti di professione, spacciatori e ladri, che aumentano a dismisura.

Piercarlo Barale