FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Black Friday, sì, Black Friday no. E' in arrivo il Black Friday ("venerdi nero"). Non è un venerdi sfigato, ma la malinconica copia di un rito che si celebra negli Stati Uniti. E' il giorno successivo al Giorno del Ringraziamento, festa di origine cristiana che tradizionalmente dà inizio alla stagione degli acquisti natalizi. Il Ringraziamento è la più americana delle ricorrenze, cade l'ultimo giovedi di novembre, con il tradizionale taccchino in tavola, e si ringrazia per le cose buone della vita (un tempo il buon raccolto). Che dire? Ognuno dice la sua: chi impreca contro gli usi e i costumi che noi abitanti dello stivale, sempre più sgarruppato e impoverito, ci incaponiamo a far nostri. Per sentirci più evoluti?

Ormai, il sogno americano che Alberto Sordi intuiva fosse, appunto, un sogno, e che nella celebre scena del film del 1954 Un americano a Roma rivendicava la sua italianità. “Maccarone, m'hai provicato e io te magno!” e disdegna la bottiglia del latte (bevanda che accompagna i pasti degli americani) e cede di fronte a un piatto di spaghetti fumanti, innaffiati da un buon bicchiere di vino. E va bene, passi Halloween, adesso anche la patologia dell'acquisto compulsivo al cubo. Non ci bastano i saldi fine stagione? Quelli invernali, quelli estivi, che si prolungano sempre più. Esiste ancora la vendita a prezzo pieno? Che ne sarà di noi? Manterremo la nostra salutare dieta mediterranea? Sono ottimista: sì. Con la ricchezza di prodotti agroalimentari che ci fornisce il nostro territorio, scrigno di varietà e delizie, non tradiremo le nostre tradizioni.

Ai controlli negli aeroporti, nei troller degli italiani, saltano sempre fuori il salame, la mortadella, il caciocavallo, il pecorino, tutti regolarmente vietati. Ma noi, cocciuti, speriamo sempre di passarla liscia, non possiamo rinunciare ai nostri cibi. No, non tradiremo le nostre tradizioni alimentari. Quelle proprio no. Sono fiduciosa.

Fiorella Avalle Nemolis