PIERCARLO BARALE - Non è difficile ipotizzare che il presidente francese Macron, alla ricerca del 10 per cento di popolarità perduta, se la prenda con gli italiani - les italiens - invisi in Francia dalla vigliacca ed inutile pugnalata alla schiena del 1940. Attaccammo i cugini transalpini quando erano stati invasi dalle truppe tedesche e facemmo una pessima figura, sia sotto il profilo etico e politico, che militare. Ancor oggi ai francesi brucia questo affronto, tanto inutile quanto vile, frutto delle mire mussoliniane.

Il presidente appena eletto ha rifiutato ogni collaborazione con noi sui migranti. Il valico di Ventimiglia è sigillato. Si racconta che, ogni volta che uno riesce a raggiungere la Francia, rischiando la vita sulle montagne circostanti, i francesi, nel giro di qualche ora, ne riconsegnino due. Sicchè, si presume che abbiano individuato e fermato tutti i pochissimi transfughi, per restituirceli - si fa per dire - raddoppiati.

Altra questione che dalla Francia è stata sollevata è la "pausa di riflessione" sulla Tav. Anche Oltralpe è osteggiata da una minoranza, meno numerosa però e bellicosa della nostra. Se davvero i nostri cugini attueranno la pausa, oppure vorranno - per il momento e non solo - defilarsi dall'iniziativa, ci creeranno seri problemi in Valle di Susa e non solo.

La questione a noi più vicina, di importanza enorme per la nostra provincia è quella del completamento del nuovo tunnel di Tenda. Attualmente è fermo, con i lavori già finanziati; per le note questioni di sicurezza derivate dalla sottrazione di ingenti quantità di acciaio destinati alla costruzione.

Da quando hanno cominciato a scavare tunnel, prima ferroviari e poi stradali, mai si era verificata una simile situazione. Già di per sè forare le montagne, con tutti i problemi di staticità, presenza di falde acquifere, sismicità delle zone, è un'impresa colossale. Impegna progettisti ed esecutori esperti, che devono garantire nel tempo la sicurezza del transito - intrafrontaliero nel nostro caso - adottando, senza economia e soprattutto senza ruberie, tutte le risorse ingegneristiche.

E' in corso l'accertamento...

Penso che - se si verificherà l'infausta necessità di rifare tutto dall'inizio, oppure dare corso ad importanti rafforzamenti di quanto costruito - ci sarà un contenzioso con i francesi, nostri partners al 50 per cento. Un viadotto - vedasi Fossano - può essere rifatto ex novo. Una galleria, solo con lavori inimmaginabili per costi e tempi.

Parecchi tunnel ferroviari realizzati nel mondo dal 1800 in poi sono ancora in esercizio. Non si è avuta notizia di crolli e meno che mai di interventi a suo tempo dall'autorità giudiziaria nel corso della costruzione delle opere, per controllare o sospendere i lavori.

Al crollo dei viadotti, anche a pochi giorni di distanza dall'inaugurazione, siamo abituati. Meno a quelli in servizio da pochi anni, come per Fossano.

I francesi sono poco interessati al tunnel ora sotto sequestro, perchè il transito di natura commerciale è quasi tutto a senso unico dall'Italia alla Francia. Così è per il turismo, che si proietta in un'area della Francia alla quale affluiscono da tutto il mondo. Per noi è indispensabile averlo per raggiungere l'area di Ventimiglia e Bordighera.

Perciò, se ci saranno problemi per riscontrate carenze esecutive gravi, si accenderà un contenzioso con i nostri vicini, che vorranno addebitare a noi le maggiori spese ed i danni per i tempi più lunghi. Ci metterà mano il presidente che cerca di rinverdire la "grandeur", come è riuscito in questi giorni con l'accordo con la Libia, dietro il quale si affacciano soprattutto i pozzi petroliferi.

Noi - in Libia - abbiamo fatto passetti prudenti, senza risultati concreti soprattutto sul blocco delle partenze dei migranti. E del petrolio abbiamo soltato sentito l'odore. Macron, in quattro e quattr'otto, ha fatto accordare i due leader libici, con uno sguardo interessato alla Cirenaica più che ad impedire le partenze dei migranti.

Tanto vengono raccolti e poi soprattutto trattenuti da "les italiens". Quelli della pugnalata alla schiena. Che ora si vedono anche nazionalizzare dal governo francese i cantieri di Saint Nazaire dove la maggioranza azionaria fa capo all'italiana Fincantieri.

Piercarlo Barale