ALICE MARINI - La delusione c'è, ed è cocente, perché naturalmente quando si tenta un'impresa si spera anche di realizzarla. Ma Andrea Borri, che con il "Comitato per Cuneo Capitale Italiana della Cultura’’ ha candidato la città all'appuntamento del 2020, la mette sul positivo: "Siamo felici di aver provato a risvegliare la "bella addormentata". E' stato un percorso di risveglio culturale notevole per la città".

Come in ogni gioco, c'è chi vince e c'è chi perde. "Non abbiamo nulla da recriminare - prosegue il cittadino cuneese, fiorentino di nascita -. Cuneo è stata una delle poche città con un dossier di presentazione ricco e pronto fin da subito, degli ottimi partner al proprio fianco, e un seguito social enorme in poco tempo (più di 5mila "follower" sul canale Facebook del Comitato, ndr). E' sicuramente un primo passo per andare avanti".

Ma Cuneo, al di là dell'Illuminata, sulla quale i pareri sono sempre stati divisi, e al di là delle fiere, degli eventi storici, escludendo "Scrittorincittà" e altre iniziative positive, cosa esprime oggi in realtà dal punto di vista culturale? Il discorso della montagna e del suo legame imprescindibile con la città come è stato sviluppato in questi ultimi 15-20 anni?

Il fatto di essere una delle "capitali" dell'Euroregione, nonché capoluogo della provincia Granda e sede del Palazzo della Provincia, anche in relazione ad una città come Torino, non porta automaticamente a pensare che sia necessario distinguersi, rendendo le proprie ricchezze un reale bagaglio culturale da sfruttare? E nei confronti dei giovani, che hanno creato cose interessanti nel tempo, Cuneo come si è comportata?

Elogio a chi si è mosso, ma con le ali tarpate da una città ancora troppo sopita. Noi l'abbiamo detto e l'abbiamo scritto, anche con articoli dei nostri collaboratori: la difficoltà è questa, passare dal sogno alla realtà. Passare dal livello "base" di cittadini e di amministratori ad uno superiore. Una bocciatura che se fosse avvenuta l'anno scorso, prima delle elezioni comunali, forse avrebbe fatto suonare qualche campanello d'allarme. Dovremmo allora evitare, tutti insieme, che questa battuta d'arresto venga fatta passare rapidamente nel dimenticatoio.

Alice Marini