La seconda indagine trimestrale congiunturale del 2018 di Confartigianato Imprese Piemonte presenta un quadro sostanzialmente positivo, confermando la tendenza dell’anno precedente e del primo trimestre dell’anno in corso, anche se si evidenzia, su alcuni indicatori, un minore ottimismo.

Per quanto riguarda le previsioni di produzione totale la positività del saldo si riduce, scendendo dal 13,30% all’11,97%. Viceversa, il saldo dei nuovi ordini migliora passado dal 4,66% al 6,97%. Le stime di carnet ordini superiore a tre mesi si riducono dal 3,45% al 2,80%. Il saldo dei nuovi ordini per esportazioni sale dallo 0,56% al 3,39%. Sul fronte dell’andamento occupazionale la positività del saldo si riduce, passando dal 9,04% al 7,20%.

Le imprese che intendono assumere apprendisti salgono dal 2,57% al 6,35% a riprova dell’interesse del comparto artigiano all’utilizzo del contratto di apprendistato per aumentare il proprio organico, offrendo ai giovani concrete opportuità occupazionali. Le aziende che prevedono investimenti per ampliamenti scendono dal 14,42% al 5,35%; quelle intenzionate ad effettuare investimenti per sostituzioni scendono dal 27,43% all’8,68%. Coloro che non prevedono investimenti diminuiscono dal 37,50% al 36,50%. Le risposte mancate salgono dal 20,65% al 49,47%. Gli intervistati che confidano nella regolarità degli incassi scendono dall’85,03% al 38,65%.

“Il minore ottimismo manifestato dalle imprese artigiane - commenta Giorgio Felici di Cuneo, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte - è causato in gran parte dall’attuale situazione situazione politica. Occorre che, in tempi brevi, il mondo politico superi i contrasti e l’autorefenzialità dando vita ad un governo stabile e in grado di rispondere ai bisogni della collettività e delle piccole e medie imprese che ne sono parte essenziale. Occorrono politiche strutturali per la semplificazione della burocrazia, la riduzione della pressione fiscale, la facilitazione dell’accesso al credito, la riduzione del costo del lavoro, il sostegno all’export ed alla formazione professionale. Inoltre, dall’esame degli ultimi dati della Commisione europea, risulta che l’Italia ha uno dei più alti rapporti tra debito pubblico e Pil (131,8%, inferiore solo a quello della Grecia che si attesta sul 178,6%) e non ha orientato le risorse del bilancio a migliorare la qualità e quantità dei servizi pubblici offerti a famiglie ed imprese. L’Italia deve mettersi in grado di incidere sulle decisioni assunte nell’ambito dell’Unione Europea, anziché subirle passivamente come spesso è avvenuto in passato. Deve riuscire ad usufruire in modo adeguato delle risorse dei Fondi Europei per promuovere lo sviluppo e l’occupazione”.

“In attesa che ciò si realizzi – conclude Felici – le imprese artigiane continuano, come sempre, a fare la loro parte lavorando con determinazione e attenzione ai bisogni ed alle richieste della clientela ed adeguandosi alle mutevoli condizioni del contesto economico. Adesso le nostre imprese si aspettano che le Istituzioni pongano in essere le condizioni per consolidare la ripresa”.

La seconda indagine trimestrale 2018 è stata realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte avvalendosi di un questionario a cui ha risposto telefonicamente un campione di oltre 2500 imprese artigiane piemontesi, individuate a rotazione, appartenenti ai comparti di produzione e servizi maggiormente rappresentativi