"Nel presidio del 17 novembre davanti alla prefettura (LEGGI QUI) per sollecitare lo sblocco della pratica dell’autostrada Asti-Cuneo da parte del ministro Toninelli, i sindaci convenuti non hanno saputo fare altro che chiedere l’immediato avvio dei lavori, peraltro impossibile, senza avanzare alcuna proposta nel merito del progetto. Una, minima, potrebbe riguardare l’eliminazione del casello di Verduno e della discarica in esso incorporata, che avrebbe dovuto contenere il materiale di risulta della galleria. Una richiesta sollecitata da sedici associazioni ambientaliste astigiane e cuneesi che quei sindaci hanno preferito ignorare.

È un vulnus inaccettabile un casello a Verduno che scarichi su malati e parenti, fruitori dell’ospedale, la tassa ingiusta del pedaggio, volta a coprire gli sbagli pregressi di un’opera malnata. I sindaci hanno invece l’occasione per riconoscere che questo tratto d’autostrada ha senso non tanto per accogliere un traffico di lunga percorrenza, che i fatti indicano come marginale, ma soprattutto come arteria di servizio per il traffico locale tra i due poli di Alba e di Bra, oggi costretto a servirsi di una viabilità assolutamente inadeguata.

Sarebbe il momento per richiedere che l’autostrada, tra i caselli di Marene e di Castagnito, diventi gratuita e accessibile con svincoli assai meno voraci di territorio rispetto ad un casello. Gli amministratori pubblici che hanno manifestato chiedevano l’immediato avvio dei lavori, affermando che il lotto II.6 è immediatamente cantierabile. Una tesi completamente campata in aria. Una metà del lotto è da progettare ex novo, l’altra metà è stata progettata in funzione della prima, come dimostra appunto il casello-discarica. Sarà inevitabile una valutazione di impatto che consideri il progetto nella sua interezza.

Considerato che i tempi di questa fase non saranno brevi, che del tratto extra galleria non si conosce il percorso e neanche l'altezza del rilevato che dovrebbe costeggiare il Tanaro per circa tre chilometri, è troppo richiedere che amministratori e politici ne dibattano pubblicamente, considerando l'importanza di queste scelte?".

Gino Scarsi e Paolo Tomatis, in attesa di un pronunciamento delle 16 associazioni che hanno firmato la sollecitazione al ministro Toninelli, rimasta senza risposta

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